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Aggiornato: 10 maggio 2025
Più seguito ebbe la condotta dello stesso pretendente. Non lasciò correre un istante, che non profittasse dell'ora favorevole: per cinque volte in cinque mesi diede con lettere pubbliche notizia di sé alla nazione. E nel febbraio apparve a Parigi «per mettersi al servizio della sua patria». Nella lettera al governo provvisorio viene espressa l'esatta concezione bonapartistica della rivoluzione di febbraio: egli ammira il popolo di Parigi il quale «ha eroicamente cancellato le ultime tracce dell'invasione straniera». Accolto dal governo con diffidenza, ritornò subito a Londra, dopo aver dichiarato con un'altra lettera ai governanti: «Dal mio sacrifizio riconosceranno la purezza delle mie intenzioni». Nelle elezioni dell'assemblea nazionale nel giugno, il nome del principe sortì in quattro dipartimenti, anche a Parigi, mentre vigeva tuttora a suo danno la legge di proscrizione. Il governo propose che fosse mantenuta. Ma siccome i radicali, con a capo Jules Favre, espressero la fiducia, che i Bonaparte non potevano più in nessun modo riuscire né ora né poi pericolosi alla repubblica, si decise per la riammissione del principe. Una tale cecit
La mattina del giorno 20 i nostri camelli ci stavano aspettando nel cortile, per cui fatti i convenevoli e i dovuti ringraziamenti coi nostri ospiti, ci avviammo alla casa di Costant, dove si uni a noi il signor Jules Nevière, uno dei due giovani francesi che vivono a Kalamet e che ora ritorna alla sua solitaria dimora dove ci invitò di far sosta. Ingrossata così la carovana, giriamo l'altura su cui è il forte, e scendiamo a raggiungere in pochi minuti il letto del torrente Ansaba, che ci sar
Il lunedì dopo appaiono i feuilletons. Tutta la critica parigina si scatena furibonda contro Victorien Sardou e i Nos bons villageois. Jules Janin ha l'ira classica, l'ira oraziana, adornata di forma armoniosa e leggiadra, l'ira dal periodo sonante, dal numero eletto; inveisce con grazia, urla con eleganza; si avrebbe velleit
Pochi mesi dopo che Jules Favre aveva pomposamente assicurato, che non esisteva plebe a Parigi, le petroliere della Comune apparecchiavano l'orrenda festa dei morti! Gli atti del Congresso del Lavoro di Ginevra del 1866 porsero un quadro istruttivo del cambiamento di animo di queste classi. Non un discorso sulle fantasticherie comunistiche dei tempi andati. Si disputò commercialmente, con talento pratico e con minacciosa seriet
I romanzieri, gli autori di opere buffe, certi viaggiatori di appendici han detto ciò; il mio amico Jules Janin ha persino traversato a nuoto la Riviera di Chiaja; ma ciò non è poi così incontestabile come il quadrato dell'ipotenusa. Tuttavia la vita non vi è cara¹; ma altresì i salari sono bassissimi, eccessivamente esili.
Comunque, le battaglie boeme avevano scosso alquanto l'antica burbanza dei nostri vicini. Fin dal 1864 Jules Simon aveva suscitato le generali risa di scherno del corpo legislativo, citando le scuole prussiane: «noi non abbiamo da imparare niente, proprio niente, dai prussiani», si gridò da tutte le parti. Negli anni seguenti ebbero il debito riconoscimento le prove condotte dall'imperatore e dall'eccellente ministro Duruy di elevare l'educazione popolare sull'esempio tedesco. Appunto in questo campo Napoleone III ha compiuto tra gravi lotte un gran bene; in questo campo il principe ha attenuto ciò che il presidente aveva promesso. In questi problemi, come in quelli economici, egli sovrastava di gran lunga all'opinione media della nazione: voleva la scuola obbligatoria come in Prussia, ma fra tutti i suoi uomini di stato solo Duruy osò appoggiare una siffatta idea ereticale. Dalla coscrizione del 1857 risultò che un buon terzo dei coscritti non sapevano leggere: solo in 11 dipartimenti, appartenenti la più parte alle provincie orientali mezzo tedesche, il numero dei cresciuti completamente senza scuola scendeva tra il 2 e il 6 per cento: in quasi tutti gli altri saliva di gran lunga più alto, e in alcune plaghe dell'interno e della Bretagna arrivava fino al 58 e al 65 per cento. Risultamenti di tal fatta indussero lo stato a far sorgere scuole da per ogni dove nel paese, o per mezzo di premi o per assunzione diretta; e gi
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