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Gli eroici Cairoli ed i loro compagni pagavano col loro sangue il sublime loro patriottismo e la generosa solidariet

Cairoli, prototipo del patriottismo senza secondi pensieri, aveva i sopraviventi fratelli nell'Agro romano, era come di consueto dolce, affabile, pieno d'energia come un geniale guerriero da poema e blandamente altiero che la sua famiglia non fosse seconda nella partita d'onore coraggiosamente impegnata.

Il valoroso Giovanni Cairoli, che alla testa di ventiquattro dei nostri faceva da vanguardia, in una casa rustica della villa, fu il primo ad essere attaccato e ad onta della superiorit

Allora fu la volta pei costituzionali di andare in giro pettoruti, ed erano invece i progressisti che scantonavano mogi mogi e costernati, dicendo corna dell'amico integerrimo di Cairoli e di Zanardelli. Frattanto il giorno della battaglia si avvicinava e non c'era da farsi illusioni.

Nel giorno seguente accadeva un altro grave infortunio per la causa dell'insurrezione. I prodi fratelli Cairoli, saputo il bisogno d'armi in cui si trovavano i Romani, avevano stabilito di portare con altri cinquanta compagni un buon numero di fucili dentro le mura di Roma. Quegli animosi avevano presa posizione sui monti Parioli, nella vigna Glorio fuori di porta del Popolo, circa a due miglia di Roma, e attendevano il momento propizio per introdursi nella citt

A Firenze il governo era in sconquasso e Giorgio Pallavicino, Crispi, Cairoli, Miceli, De Boni, componenti il Comitato centrale di soccorso, dominavano quasi arbitri la posizione nell'orgasmo nazionale, Cialdini invano cercava calmar Garibaldi in un segreto colloquio con lui in casa Lemmi e non riusciva a raccozzare un ministero.

«Spero saranno piroscafi, non legni a vela: sarebbe troppo noioso il viaggio soggiungeva il maggiore dei Cairoli colla sua calma angelica Bixio, Schiaffino, Castiglia, Elia, Orlando, incaricati di condurli via dal porto, non sono uomini da lasciarsi intimorire da minacce o da ostacoli».

Il 23 ottobre, mentre Enrico e Giovanni Cairoli, Mantovani, Isacco, i fratelli Rosa, Stragliati ed altri sessantrè emuli dei trecento di Leonida navigavano alle porte di Roma per aiutarvi la sperata rivoluzione interna e sorpresi combattevano colla morte al fianco sotto il mandorlo e per la vigna di Villa Glori sui monti Parioli, Garibaldi compariva a Passo Corese e il 26 con rapidit

Nullo, Cairoli, Montanari, Vigo, Tucheri, del vostro nobile sangue è rossa la terra degli schiavi, ma il sublime esempio del vostro eroismo non è perduto per questa gioventù destinata a compiere ciò che voi gloriosamente iniziaste! Voi prodighi d'una vita preziosa, siete impazienti di gettarla l

Così furono sacrificati gli eroici Cairoli e i loro compagni, così un numero grande di cittadini romani cadeva sotto le baionette dei mercenari stranieri o riempiva le orride prigioni del prete. Non meno abbominevole fu il tradimento operato contro i volontari.