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Il general Sirtori è una di quelle fisonomie di Alberto Durer che esprimono il mistero e portano il suggello della fatalit

Sirtori, alla testa di poche truppe, marciò risolutamente sul nemico, di fronte, e lo respinse coll'ordinaria sua bravura. Io raccolsi quanto mi fu possibile di gente nostra restante e marciai sul fianco destro del nemico per girarlo, ciocchè riuscì perfettamente.

Da un campo di maiz notavamo distintamente le esperte manovre di quei cacciatori, e il generale Sirtori opinava ch'ei a loro talento potessero tagliarci a fette tutti quanti. Sirtori guardava il lato militare ed esterno della situazione e tornava difficile obbiettargli; ma all'intuito di Garibaldi non isfuggiva la visione del lato morale ed intrinseco.

Garibaldi, Bixio, Sirtori ed io ci siamo raccolti a consiglio. Era la prima volta che si teneva un consiglio di guerra, perchè Garibaldi preferiva deliberare lui e comandare. Dopo che gli fu fatta una descrizione dei luoghi, il generale decise di mandare Orsini coi cannoni e con quanti volontari avrebbero voluto seguirlo, su Corleone e Giuliana; nessuno ne capì lo scopo.

Obbligato di lasciare l'esercito sul Volturno e di recarmi a Palermo per placare quel bravo e bollente popolo nell'esaltazione in cui l'avean spinto gli annessionisti, io aveva raccomandato al generale Sirtori, degno capo dello Stato maggiore dell'esercito meridionale, di lanciar delle bande nostre sulle comunicazioni del nemico.

Bixio alla destra, Medici, Avezzana e Simonetta al centro, Mielbitz, Türr ed Eber alla sinistra, e Sacchi tra il centro e la destra; Sirtori, capo di stato maggiore, aveva inviato la riserva a tempo. E se si aveva combattuto con valore ed accanimento, lo accertava il gran numero di cadaveri, che copriva le pianure Capuane, e le falde del Tifate, nonchè il gran numero di feriti.

Verso le 2 pomeridiane, supponendo vicine le riserve che aveva chiesto da Caserta al generale Sirtori, capo di stato maggiore, io avvisai il generale Medici della mia intenzione di raggiungerle per rinforzare la linea nostra. Non era però facile di eseguire il mio proposito, essendo la strada di comunicazione occupata dal nemico.

La fortuna però doveva continuare a proteggere la giusta impresa, ed al ritorno del Washington dagli Aranci, il Dittatore s'avviò verso Taormina, ove il generale Sirtori aveva diretto due piroscafi per il Mezzogiorno della Sicilia il Torino ed il Franklin. Imbarcossi col generale Bixio la di lui Divisione e felicemente giunsero a Melito sulla costa meridionale della Calabria. De' vivi inferno!

E mi scelsi quest'uno. Taluni, molt'anni dopo Giuseppe Sirtori unico allora mi rimproverarono quella scelta. A Giuseppe Sirtori fondatore nel marzo del 1848 in Milano d'una societ

Il generale Sirtori, capo di Stato Maggiore dei Mille, rimase in Palermo Prodittatore della Sicilia ed ogni cosa in generale camminava in favore della fortunata rivoluzione. A Roma però, in intelligenza con Torino e Parigi, focolari d'ogni malizia, tramavasi contro la stessa, e preparavansi tutti i mezzi per arrestarla ed annientarla.