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Aggiornato: 4 luglio 2025


E Salapolli scriveva con molta solennit

Egli si alzò. Ho compreso, disse. Non ti chiederò e non vorrò che il tuo affetto di sorella. Nicla lentamente gli asciugò gli occhi arrossati da lagrime che parevano avergli bruciato le palpebre. Il professore Salapolli con molte circonlocuzioni e con un discreto timore, interrogò Bruno intorno al libro che intendeva scrivere.

E il giovinetto, guardando i suoi amici curvi da anni al tavoliere, contenti o disperati per la sciocca vicenda delle carte, sentiva che nelle massime del Salapolli c'era qualche verit

Pel resto della giornata stava con Salapolli e si lasciava guidar da lui; a Saint-Germain l'Auxerrois, la chiesa raccolta e nera, che pareva trasudare il sangue della notte di San Bartolomeo e figurava nella mente di Bruno come un gioiello pauroso, aveva avuto una lezione di storia; e lontano, su in alto, nella Basilica del Sacro Cuore, Salapolli s'era intrattenuto con Bruno a parlar di vetri, prendendo ragione dalle vetrate di quella chiesa, arancione su fondo azzurro o azzurro su fondo arancione, sulle quali era tratteggiata la leggenda di Giovanna d'Arco.

Il vecchio Salapolli borbottò tra i denti: Sette giorni! «Sette paia di scarpe ho consumate Di tutto ferro per te ritrovare». È inteso! disse Bruno, stendendo la mano all'amico. Sarò da voi domani!... E quando egli ebbe varcata la soglia. Bruno si volse al Salapolli, e gli annunziò: Domani! Vado da Nicla domani. Hai capito? Tu credi ch'io sarò felice?

Egli era tutto preso da un desiderio d'essere diverso, che lo studio dei classici e la biografia degli uomini grandi gli avevan messo in cuore non appena aveva potuto comprendere che ciascun uomo, come gli diceva Salapolli, teneva chiuso nel pugno il proprio destino.

Faceva colazione e ripartiva con Salapolli, a zonzo, in cerca di librai, al Palais Royal, spingendosi con la carrozza fino alla Butte Montmartre, prendendo il all'Avenue de l'Opéra, guardando da una finestra della sala i grossi omnibus cigolanti che andavano al Giardino delle Piante.

Erano nella biblioteca, nella quale il Salapolli si teneva al riparo dalla babele del secondo piano; e accarezzando la barbetta aguzza, osservava Bruno, dicendosi che smagriva e impallidiva e che doveva aver qualche nuovo demonio in cuore.

Il professore Salapolli che accompagnava Bruno in quei viaggi non vi si era mai abituato; gli mancava il pane dei vecchi libri; non era fatto per gli svaghi; e la contessa Clara Dolores lo interrogava troppo sovente intorno alla vita che il conte Fabiano menava a Parigi. L'ultima volta Bruno aveva incontrato sua madre a Vienna, e gli era parso che anche la casa di lei fosse aperta a mezzo mondo.

Tu troveresti nel lavoro quel che cerchi! rispose Gigi. Ma lavorare non vuoi!... Non voglio? ripetè Bruno. Vorrei! Soltanto, ho nel cuore un tale frastuono.... S'interruppe; qualcuno batteva all'uscio. Avanti! disse Bruno. Il professore Salapolli varcò la soglia, ma vedendo uno sconosciuto, si ritrasse. Vieni, vieni! gridò Bruno. Vieni che ti presento!

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