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Fathma!... che farò io abbandonato in questa spaventevole prigione, senza speranza d'aprirmi un varco, senza un'arme per tentare la fuga, solo, isolato nel mezzo delle foreste del Bahr-el-Abiad?... Ho paura, ho paura, io divento pazzo!... Due lagrime gli solcarono le brune gote; si lasciò cadere a terra, nascose la faccia fra le mani e pianse.

m’accors’ io che ’l mio girare intorno col cielo insieme avea cresciuto l’arco, veggendo quel miracol più addorno. E qual è ’l trasmutare in picciol varco di tempo in bianca donna, quando ’l volto suo si discarchi di vergogna il carco, tal fu ne li occhi miei, quando fui vòlto, per lo candor de la temprata stella sesta, che dentro a m’avea ricolto.

Agitato, confuso, fuori di , Bonaventura si volse all'anticamera, e scortato dal servo, varcò la soglia di quella casa, senza pensare a Lilla di Priamar, senza pur ricordare ch'egli l'aveva veduta per l'ultima volta, quella innocente cagione de' suoi mali, quell'immagine perturbatrice di tutta la sua vita. Occhio per occhio, dente per dente.

Ma sul far della notte, le cose mutarono aspetto. I caporioni della sommossa, che pei primi si erano slanciati all'assalto degli stabilimenti di pigiatura, non riflettendo al pericolo, dopo essersi immersi nel mosto fino alla gola e aver tracannato a larghe fauci il licore effervescente, avean levate le spine alle botti. Il vino inondava gli appartamenti e scorreva a rigagnoli per le scale. L'esalazione alcoolica saliva ai cervelli; i bevitori quasi asfissiati si avvoltolavano come giumenti in una melma rossiccia; i meno briachi, per uscire da quell'afa irrespirabile, si aprivano il varco rompendo la folla coi pugni. Frattanto, irrompevano altri bevitori. I fanciulli camminavano carponi leccando i pavimenti; le donne succhiavano dalle spine le ultime sgocciolature. Nelle cantine dei ricchi proprietari, i coscritti stappavano bottiglie di vecchio barbera; decapitavano l'Asti spumoso e trincavano senza freno. La fede equilibrista era scossa; non vi era più alcuno in Stradella ed in Broni che fosse in grado di tenersi in equilibrio. Si vedevano dei vecchi avvinazzati strappar le gonnelle alle donne, affermando il diritto all'uguaglianza dei sessi; le donne, a loro volta, pretendevano all'onore dei calzoni. Rotolavano come botti, sul pendio dello stradone curricolare, delle coppie di ubbriachi, strettamente collegate. L'agro era invaso dalla follia contagiosa; abbracciamenti e ceffate, lacrime di tenerezza e invettive, danze a suono di calci, baci e morsi di lussuria impotente, tutte le maniere di amplessi imaginate dall'Aretino e dal Carnicci; l'orgia del sabbato antico coi raffinamenti e gli orrori della sensualit

Sul varco eterni messaggieri in mano Avean spada ed ardor; gran meraviglia, Per ciascun piede indi tener lontano; Ma verso lor MAURIZIO a parlar piglia: Non è s'io volo, il mio volare in vano, E caduco pensier non mi consiglia, Anzi vien procacciando il voler mio Alto pregio a la legge alma di Dio.

La bella donna che mi trasse al varco e Stazio e io seguitavam la rota che fe' l'orbita sua con minore arco. Si` passeggiando l'alta selva vota, colpa di quella ch'al serpente crese, temprava i passi un'angelica nota. Forse in tre voli tanto spazio prese disfrenata saetta, quanto eramo rimossi, quando Beatrice scese.

Da Cantalice (680 m.) lasciando a sinistra il vallone omonimo, si esce in direzione di NE. per un sentiero che conduce al colle Varco (950 m.): quindi costeggiando a S. il colle Accuni (1218 m.), per un sentiero tutto sassoso attraverso alcune collinette si arriva al disopra del vallone di Tagliata, si piega a SE., si scende al vallone, si sale al di l

67 Si rallegra Mongrana e Chiaramonte, di nuovo nodo i dui raggiunti rami: altretanto si duol Gano col conte Anselmo, e con Falcon Gini e Ginami; ma pur coprendo sotto un'altra fronte van lor pensieri invidiosi e grami; e occasione attendon di vendetta, come la volpe al varco il lepre aspetta.

Per fortuna Nullo ebbe sentore di tanti diabolici preparativi, ed invece di prendere la strada diretta ad Isernia, fece obliquare la colonna a sinistra, valicò i monti ad oriente e gettossi nella vallata del Sangro che percorse sino ad Alfedena; varcò una seconda volta i monti, e per Rionero incamminossi sullo stradale che conduce ad Isernia.

Era a veder, quale è cercando il lito Libico arcier d'aspro leone in caccia, Che se l'orrida belva alza ruggito Tra' cari armenti, il pastorel n'agghiaccia, Ed ei feroce, e ne i perigli ardito D'insolito vigor sparge la faccia, E sfavilla per gli occhi e corre al varco, E disposto al ferir contorce l'arco.