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Aggiornato: 14 maggio 2025
Il loiolita, con tutta la malizia che gli conosciamo, aveva saputo adoperare tutti i mezzi e tutti gli stratagemmi di guerra in cui molti dei generali borbonici avrebbero desiderato di eguagliarlo. Egli disse tra sè: «Questi demonii di rompicolli, per argine che loro si opponga in Isernia, finiranno per superarlo: e questi cafoni, anche dopo d'aver distrutto la met
L'idea di Nullo è brillante e schiettamente garibaldina, io ripicchiai, ma presuppone l'idea sorella che noi sfondiamo il nemico procedente da Isernia per effettuare la marcia di fianco sulla consolare di Castel di Sangro; la quale idea ne presuppone una terza: l'intrepidit
Da Cantalupo a Pettorano apresi, solcata dalla consolare, una gola ripidissima e alpestre di ben tredici miglia, convergente sino a Castelpetroso e quasi parallela sino a Pettorano. Poi essa spandesi in dolce vallata ove giace Isernia, che si vede e si domina da Pettorano.
Ciò fatto, spiegai in catena una mezza compagnia a traverso la gola, anello tra le falde di Carpinone e di Pettorano. Alle quattro e mezzo principiò la manovra del nemico da Isernia. Un battaglione di regî, la più parte gendarmi, avanzava sulla consolare e sui campi laterali con mezzo squadrone di cavalleria; alle ali cafoni a torme.
Lina, Virginia e Marzia marciavano nel centro in coda alla centuria di Muzio, ove occupavansi anche della custodia dei feriti. Esse avevano partecipato alle antecedenti pugne, armate di carabina, e mettendo piede a terra quando abbisognava. In Isernia però erano state obbligate di cedere i loro cavalli per l'inesorabile bisogno di mangiare e di avere del brodo.
Cessata la sensazione piacevole di questa scena, riprese il suo dominio lo sdegno di prima, e così alterato m'avviai all'appartamento di mia moglie. Entrai senza pronunziar sillaba, viso lungo, cappello in testa. Che hai? Che cosa ti accadde? ella mi dimandò affettuosamente. Il canchero alla reazione! Vuoi venire anche tu? Dove? Alla caccia dei cafoni in Isernia; cinquanta miglia da qui.
Egli c'informò che duemila fra soldati regi e gendarmi occupavano Isernia, ove mettevano capo due o tre migliaia di cafoni, i quali mantenevano viva la ribellione in un raggio di quindici a venti miglia da quel centro.
Avviati i due battaglioni, il mattino susseguente li arrivammo e li oltrepassammo colla nostra carrozza, viaggiando a Campobasso oltre Appennino. Raccogliticci e nuovi ai combattimenti, quei soldati avevano aspetto non troppo marziale e rassicurante. Se disponessi di¹ due battaglioni dei nostri Lombardi, osservò Nullo, m'assumerei d'entrare in Isernia cum citharis bene sonantibus.
Ma le nostre oziose ciarle troncò un cafone capitato da Isernia, il quale con allegro sembiante raccontava la improvvisa ritirata dei regi eseguita nella notte verso Capua con parte dei cafoni, e la scomparsa degli altri per l'appressarsi delle truppe piemontesi. La grata novella rinfrancò gli spiriti sbigottiti della citt
In tutti i zig-zag della strada che da Rionero va ad Isernia, v'erano fossi, barricate e truppe nemiche imboscate.
Parola Del Giorno
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