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Aggiornato: 14 giugno 2025


Si; con ciò si spiega la scomparsa di tre quarti della popolazione: però sussistono Telesia, Isernia, Bojano, Eclano, Alfidena. Non ci troverai più parimente i due milioni di libbre di rame in moneta, trasportato a Roma da Papirio il giovine, le armature onde Carvilio fuse il colosso di Giove in Campidoglio, visibile dalla cima di monte Albano. Ma che per ciò? Le reliquie dell'antica razza sopravvissero con le reliquie di quelle citt

E così si fu obbligati di rimanere per alcuni giorni in Isernia, ove nulla si trovava perchè portato via o distrutto; ma almeno i sofferenti avevano un tetto da ricoverarsi dalle intemperie ed alcuni giacigli ove riposare le membra stanche ed addolorate.

In Isernia, come dicemmo, stabilì il suo quartier generale monsignor Corvo, onnipotente per i pieni poteri che aveva dal governo borbonico e dal papale, onnipotente per la maliziosa e maligna di lui sapienza, facile ad imporsi su d'un clero ignorante e su popolazioni governate e traviate dal clero.

Corvo posò il suo quartier generale ad Isernia, citt

Comunque, sulla strada che doveano percorrere i trecento per giungere ad Isernia, ogni specie di ostacoli furono innalzati e adoperati a profusione.

Per fortuna Nullo ebbe sentore di tanti diabolici preparativi, ed invece di prendere la strada diretta ad Isernia, fece obliquare la colonna a sinistra, valicò i monti ad oriente e gettossi nella vallata del Sangro che percorse sino ad Alfedena; varcò una seconda volta i monti, e per Rionero incamminossi sullo stradale che conduce ad Isernia.

Tale consiglio prudente mi suggeriscono i dubbî di Nullo sulla fermezza de' nostri soldati. A cui Nullo: Occuperemo Pettorano a due miglia da Isernia; vedetelo lassù, sulla punta di quel monte a pan di zucchero. Dobbiamo gettarci sul nemico anzi che arrivi il rinforzo di Scotti.

Viva il generale Cialdini, vincitore dei Borbonici e dei cafoni al Macerone presso Isernia. Viva il re galantuomo! Prima ingratitudine contro il Liberatore, di cui la serie la palla d'Aspromonte non chiuse. Noi tumultuando urlammo Viva Garibaldi! Rivolemmo ostinatamente l'inno, e l'inno fu cantato e ricantato.

Lo so. Il nemico allungò il suo corno sinistro e fece una punta ad Isernia per foraggiare, per suscitare partigiani negli Abruzzi, e per contrastare il passo all'esercito del nord. Innocenti sforzi!

Si prepararono delle barelle in mancanza di veicoli; si sacrificarono alcuni cavalli e si trovarono pochi polli nei dintorni per avere un po' di brodo per gl'infermi. Difficilissimo, poi, fu trovare dei panni da far fascie e filaccie per le ferite. Anche i sani trovarono difficilmente da mangiare e fu quindi ben malinconico il soggiorno dei nostri in Isernia.

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