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Hai mai veduto simile fioritura di gioia? Non l'acqua, ma il fiele, il fango e la bile avevamo, e tutto mutiamo in roseti! Per noi, con noi, il Sole liquefa i suoi raggi in sovrabbondanti capigliature di liquido fuoco sulle campagne beate. Tonde reti di raggi. Guizzano, si slanciano, mille corridori felici: corrono, corrono incontro a noi, Erba felice che si mescola di gioia ai capelli ricciuti dei bimbi nei capitomboli d'oro. Capelli foglie mani palpebre di gioia! Agili arbusti vibranti come quella bambina pazza di gioia alla terrazza. E ciglia lunghe imbrillantate dalla linfa d'amore che sale dal centro della terra a dissetare le citt

Abarima chiuse le palpebre e tentennò la testa in atto d’incredula. Poi, a mezza voce, gli disse:

Eccellenza, si può levare la benda, disse Nicola al ricattato. Don Bastiano si levò il cappuccio di sul capo, e si sciolse la benda: sbattè le palpebre abbagliato dalla luce improvvisa, poi guardò intorno. Si trovava in una specie di grotta con la volta a cupola, dalle cui pareti trasudava un umidore verdastro.

Erano con lui nel Consiglio, agricoltori, Giulio Citrullo della pianura e Achille di Russo dei colli; e il vecchio, mentre ascoltava, volgevasi di tratto in tratto a quei due con cenni delle palpebre e delle labbra come per avvertirli dell’inganno ch’egli credeva si celasse nelle parole dei consiglieri signori e del sindaco.

È tardi? domandò con voce fioca Ho sempre dormito? Sempre. Come ti senti? Bene. Vorrei dormire ancora, ho le palpebre pesanti. E tu dormi. Non posso... ho un affanno... Un affanno! Parve lottare un istante; poi con un debole sforzo si trasse più presso a me, e balbettò al mio orecchio: "mi perdoni?" Che cosa? domandai, ma il mio cuore l'aveva indovinato.

Feci subito la riflessione che amavo tanto anch'io il mio piccolo Alessio, che eravamo noi pure ben soli, peggio ancora che soli, abbandonati: e un gruppo di lagrime mi costrinse a sbattere le palpebre, tossendo, soffiando forte come presa da una infreddatura.

Regina dormiva supino, la faccia volta al cielo. I suoi lineamenti erano calmi. Le sue palpebre erano socchiuse, di guisa che scorgevasi, tra le due ciglia, come un orlo degli occhi banda di perla incastonando una linea di nero smalto.

L'amarezza delle ricordanze soffocò in questo punto la voce del vecchio, a cui fu mestieri d'un po' di sosta, per ricomporsi e proseguire il racconto. ruppe il silenzio Aloise, che, rispettando quell'alto dolore, stava colla fronte china e le palpebre chiuse, in atto di profonda meditazione.

La contrattura dolorosa alterò le linee del volto, vi si fermò per qualche tempo. Le pieghe della fronte si approfondirono, la pelle delle palpebre ebbe un tremolio leggero, un po' del bianco apparve tra i cigli.

Il Mattei, col suo triste silenzio, diceva assai chiaramente che non c'era speranza. Il ferito aveva chiuse le palpebre. Il suo volto s'era fatto smorto; solo il respiro affannoso lo diceva ancor vivo, e mal vivo. Ho freddo! mormorò egli poco stante. Vorrei essere al sole.