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Questo intimo sfogo del cavaliere Ignazio Cipicchia, basta a spiegare, se non a giustificare, l'entusiasmo con cui, una sera, in casa Menichelli, fece conoscenza con la signora Eleonora Barbetti, vedova del sempre compianto professore Lorenzo Barbetti, che in suo vivente stampò dottissimi opuscoli, non conosciuti, come al solito, che in Germania.

Ed eccoci infine alla Germania, cioè al punto capitale della nostra discussione. E qui abbia un po' di pazienza il lettore, e freni per un momento qualche obiezione che potesse affacciarglisi. Per chiarezza d'esposizione, devo enunciare fatti fondamentali, senza tener conto, volta per volta, di minori fatti concomitanti, che sembrerebbero talora smentirli.

È noto che Luigi XVIII non si mostrò affatto quello schiavo dello straniero, che lo tacciò l'opposizione invelenita. Quantunque partendo dall'Inghilterra avesse detto al principe reggente le indecorose parole: «dopo Dio, devo il mio trono a questo glorioso paese», pure non gli mancò interamente il senso dell'onore dello stato. il paese dové in minima parte alle sue preghiere le miti condizioni della prima pace di Parigi. Poi, in onta, naturalmente, alla Germania, cercò di strappare lo stato all'isolamento, e al Congresso di Vienna gli riuscì di stringere contro la Prussia e la Russia l'alleanza, che era tanto onorevole per l'abilit

« Noi Enrico per la grazia di Dio, re di Germania e di Roma questo vogliamo che tu sappi, Ildebrando simoniaco e falso pastore¹ ». ¹ Vedi VOIGT, Storia di Gregorio VII.

« Questo comanda Enrico re di Germania ad Ildebrando usurpatore del ponteficato e falso pastore di Roma » ¹. ¹ VOIGT, Storia di Gregorio VII.

Invece la storia, le opere letterarie, artistiche, musicali, tutto insomma quello che è prodotto dello spirito umano, non è soggetto a vere e proprie leggi. Quelle che i tedeschi onorano con tal nome solenne, sono tanto leggi quanto io sono arciduca d'Austria. Per esempio, il professore Eselkopf scuopre che una certa scuola di poeti alessandrini si è sempre astenuta dal collocare una sillaba lunga nella tale o nella tal'altra sede del verso gli è come se, per esempio, qualche serbatoio d'Arcadia si fosse imposto l'obbligo di non far cadere mai nell'endecasillabo un accento sulla terza sillaba. Eselkopf parla subito di legge, e gli eselkopfiani di Germania non esitano a paragonarlo a Leonardo da Vinci o a Galileo: quelli d'Italia battono le mani. Ma ai lettori non filologi non ho bisogno d'aggiungere parole per dimostrare che razza di leggi siano codeste. E pure ammesso che nello studio dei fenomeni letterarî si possano osservare ricorrenze che somiglino, sempre però assai da lontano, alle vere leggi scientifiche, sussiste però immutabile il fatto, evidente a chiunque abbia sale in zucca, che l'Iliade, la Divina Commedia, le Tragedie di Shakespeare, avranno sempre importanza per stesse, e non gi

Quindi ad esso l'occasione, quasi il dovere di far l'opposto del predecessore, di lasciar Germania per attendere a Italia; di vendicar Lotario il penultimo imperadore, a cui erano state chiuse in faccia le porte di tante cittá italiane. Oramai queste discese degli imperatori erano diventate guerre naturali, e poco men che universali tra noi.

Assalgono per via la scorta del feretro portato a Germania; e in men d'un mese, addí 15 febbraio, s'adunano a Pavia, e gridan lor re un italiano; uno di nuovo de' potenti marchesi, Arduino d'Ivrea, di quella famiglia degli Arduini di Torino, la quale, venuta al tempo de' re francesi, e cresciuta sotto essi e gli Ottoni, teneva ora tutti i comitati a manca del Po da Vercelli a Saluzzo.

Violet risposi non rattristiamoci inutilmente così! Pensiamo invece a preparare la lista di tutti i nostri parenti e conoscenti d'Italia, di Germania e d'Inghilterra a cui si dovr

Invece la tendenza della recente e della recentissima filologia italiana è quella di scimmiottare i tedeschi specialmente nei loro procedimenti logici e nelle loro determinazioni estetiche; i quali e le quali, sono, come si dimostra ampiamente in questo libro, sgangherati e bestiali. Da questa lebbra bisogna guarire, radicalmente, gli studî italiani. I giovani devono certamente impadronirsi della lingua tedesca, per adoperare il ricchissimo materiale di studio accumulato in Germania, con un lavoro che specialmente nei suoi primi periodi fu ammirevole per seriet