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LARDONE. Le leggi dell'onore son fatte per i cavalieri e prencepi, re e imperatori, e appena se ne curano; perché vuoi curartene tu? PEDANTE. Chi son questi reggi e imperadori? LARDONE. La regina Didone, come ho inteso da voi leggere a' scolari.

Bene; ed io che ti sono amico, io che son passato per la tua stessa trafila... A proposito, c'è un verso di Virgilio che dice a un dipresso la medesima cosa; ma io non ho più pratica col latino. Aiutami un po'; gli è un verso della regina Didone... Ah , non ignara mali, miseris succurrere disco. Tristano, tu hai proprio un cuor d'oro. Così avessi le tasche. Ma via, non ci lagniamo.

La infelice Didone, secondo Virgilio, per un forestiero affabile, mai piú non veduto, subitamente dimenticò il lungamente e molto amato Sicheo; assai bene verificando quello che l'autore, nel Purgatorio, delle femmine dice: Per lei, assai di lieve si comprende quanto in femmina fuoco d'amor dura, se l'occhio o 'l tatto spesso nol raccende.

Mi sembra che le nostre vesti siano così fresche come il giorno che le indossammo per la prima volta, in Africa, al matrimonio della figlia del Re, la gentile Claribella, col Re di Tunisi. Fu un bel matrimonio, che ci ha profittato molto nel ritorno! Tunisi non era mai stata onorata, prima di adesso, con un modello di perfezione simile alla sua Regina. No: dal tempo della vedova Didone. Vedova?

PEDANTE. Mente per la gola Virgilio, mente e rimente per guttur quante volte lo vuol dire overo l'è passato per la fantasia: ché Didone fu una regina onorata, mai si ritrovò a solo a solo con Enea in quella spelonca; e io lo vuo' mantenere con lo filo e la punta della penna contro qualsivoglia letterato che lo voglia dire.

Si può assistere al teatro Emiliani anche alla Medea in dialetto romanesco, od a Didone abbandonata, in cui Enea, come fondatore favoloso di Roma, lusinga il popolo coi ricordi eroici. Di ciò basti, ma perchè il lettore possa farsi un'idea del dialetto trasteverino, do qui il principio del cartellone del teatro: TEATRO EMILIANI in Piazza Navona

Ma ahimè, il nostro esaltato, a quanto pare, pretendeva talora l'istesso amore di Beatrice, per Dante, il quale, si narra, sia stato più puro di quello degli Angiolitalora l'amore furente della desolata Didone, vittima del tradimento di Enea, e talora finalmente sarebbesi accontentato della via di mezzo, dell'amore della Francesca da Rimini pel suo Paolo, quando s'ebbe il bacio tremante.......»

Fin che c'è lui non si può mutar di punto in bianco le proprie abitudini... seppellirsi vive, chiuder la porta alle amiche, ecc., ecc... Fossimo pure innamorate come Didone... Appunto anche lei era vedova interruppe la Teresa.

La peste a lei! Come c'entra questa vedova? La vedova Didone! E così? Se egli avesse anche detto il "Vedovo Enea", Signore Iddio, come ve la prendete, per questo! Vedova Didone, avete detto? Ora mi ci fate pensare: ella era di Cartagine, non di Tunisi. Questa Tunisi, o signore, era un tempo Cartagine. Cartagine! Ve lo assicuro: Cartagine. La sua parola val più di un'arpa miracolosa.

L'altr'è colei che s'uccise amorosa E ruppe fede al cener di Sicheo, L'altr'è Cleopatras lussuriosa. ¶ Questa che amorosa uccise fu Didone moglie de' re Sicheo di Cartagine, la quale, dietro alla morte di lui sopra il suo cenere di non accompagnarsi con altro uomo, secondo l'usanza, promise.