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Aggiornato: 29 giugno 2025
Disceso giù nell'androne all'alba per chieder soccorso, aveva per caso trovato il dottore che veniva a curar la moglie del custode.
PRUDENZIO. Non curar, giotto, uso al lupanaro. T'imparerò de avermi derelicto mentre ero con quelli uomini eruditi nel foro. MALFATTO. Oh! adesso adesso sono uscito fuori. PRUDENZIO. Non respondes ad propositum. MALFATTO. Prosopito des los bondi. PRUDENZIO. Taci, temerario, poltrone, inepto! Dimi un po': perché te nne sei tornato a casa? MALFATTO. Perché me è piaciuto.
Il Conte, ossia forse il Manzoni, vorrebbe fidarsi al suo destino, e non curar troppo le male arti de' nemici; Marco, ossia ancora, come si può sottintendere, il Fauriel gli pone innanzi l'immagine della moglie e della figlia amatissime, ma forse in qualche momento dimenticate per alcun'altra più forte attrattiva, per l'amore della patria: Vuoi che una corda io tocchi Che ancor più addentro nel tuo cor risoni?
Prenderai degli appunti, come ho fatto io stessa, e come desidero che facciano anche le mie sorelle; nella vita non si sa mai quello che può accadere, ed è una grande soddisfazione prevenire i mali che possono venire ad una persona di famiglia e saperli curar bene. Ma dimmi, una volta non c'erano questi microbi? chiese Giannina.
Ho io sottoscritto terminato di copiare le aggiunte e le correzioni fatte dal chiaro autore sull'originale che potei avere scritto dal di lui carattere. GRADENIGO». Quasi nel medesimo tempo Angelo Dalmistro, grande ammiratore del Gozzi, s'accingeva a curar lui la nuova edizione della Marfisa. Chi ci perdette piú di tutti, fu il povero Gradenigo.
Pietro in questo tempo affortificò Barcellona con molta cura; armovvi undici galee; e dava principio a colorire i suoi disegni, richiedendo il militare servigio del reame d'Aragona. Ma dinegatogli per le stesse cagioni dette dianzi; ei fa sembiante di non curar nè ciò, nè i Francesi, nè la corona o la vita: d
Quando non mi intendi, talor, non ti curar; ché ora non puoi esser tanto capace. PILASTRINO. Orsú! Incomincia. LISTAGIRO. Prima, per quello che si può vedere, hai una vita lunga piú che n'abbi altra visto giá mai. Viverai tanto che, per vecchiezza, debbi andar carpone per terra con le mani e verrai sordo, orbo ed attratto: ma v'è tempo ancora piú d'ottant'anni. GIRIFALCO. Oh!
Ah!.... Perché, dunque, struggerti, O povero cervello? Contro la Forma, il despota, Sorgi, schiavo rubello! Non ti curar degli uomini! Vivi in te stesso e pensa!.... La tua melòde immensa Non rivelar che a te! Chiuso nel tuo silenzio Ogni idïoma oblia! Del tempo e dello spazio Comprendi l'armonia! Ogni idïoma e frivolo A esprimer l'Universo! Nato a servire un verso Il mio pensier non è!!
Preparate avea lor l'oste gentile nerbose lance, e salde e grosse antenne, e del suo parentado non umìle compagnia tolta; e seco in piazza venne; e scudieri a cavallo, e alcuni a piede, a tal servigi attissimi, lor diede. 72 Giunsero in piazza, e trassonsi in disparte, né pel campo curar far di sé mostra, per veder meglio il bel popul di Marte, ch'ad uno, o a dua, o a tre, veniano in giostra.
AGIATO. Garzon, pon giú quella valigia; ché m'avveggo che la ti spalla. STRAGUALCIA. Non ti curar di questo, tu; ch'io non voglio alleggerir la spalla, s'io non veggo di caricar prima il ventre. FRULLA. Bastarannoti un paio di capponi? Porta qua. Questi son per te solo. STRAGUALCIA. Non, eh! Ma gli è per uno antipasto. AGIATO. Guardate che prosciutto, se non pare un cremisi!
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