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Aggiornato: 27 giugno 2025
Ulisse, stretto dall'ardente pressa, scrisse la supplica, e scritta che l'ebbe la consegnò al Cardinale di San Giorgio; il quale l'accolse con sottilissimo riso, che appena gli fece tremolare i peli estremi dei baffi: forse era di compiacenza, forse di scherno, e può darsi di ambedue. Ridottosi a casa, meditando sopra lo accaduto, e riandando con mente quieta le parole e i fatti, Ulisse si accorse come, prevalendosi del turbamento dello animo suo, lo astuto prete lo avesse condotto se non a sbagliare, almeno a mutare strada, e cavatogli di sotto quanto ei desiderava. Però quegli che n'ebbe profitto questa volta fu il vinto; avvegnadio il Moscati senza vilt
Che fare?... Dobbiamo distrarre l'innamorata con un viaggio od attendere? interpellarla o tacere?... e dopo lunghe discussioni intorno al partito da prendersi, si restava sempre nell'incertezza. Eravamo in questi termini, quando una mattina il procaccino mi consegnò una lettera col timbro di Milano, e con soprascritta di carattere ignoto.
Così scriveva il dottor Cipriano a personaggio autorevole nell'Ateneo di Catania, e nel chiuder siffatta lettera delatrice uno strano sorriso gli sfiorava le labbra. Suggellò il foglio, scosse il campanello e al chiamato lo consegnò dicendo: Mettila subito in posta. Sar
E in due minuti, con mano ferma egli ebbe scritto quelle righe, che consegnò a Cesare. E intanto, soggiunse, potete prendere l'arma pel vostro mandante. Il cognato d'Alberto ne esaminò due o tre, tanto per avere l'aria di fare una scelta; poi ne prese una che si mise in tasca.
Quindi andato sulla piazza Scossa-Cavalli, lo seguirono i soldati ed il giovine Peppe, e lì per lì consegnò ad uno dei soldati scudi trenta in boni di Banca per dividerseli insieme!!... Lasciati sulla piazza anzidetta gl'indicati tre individui, senza sapere dove si recassero, si diresse egli verso Borgo Vecchio, e, come fu alla met
Le porto le notizie, continuò Nino d'Este, ed estrasse dalla tasca un giornale romano che consegnò a Paolino Berlendi. Ti ringrazio di quest'atto di fiducia, disse Paolino. Poco fa, Priùli sosteneva che io non so leggere. Ma fate presto! interruppe Fausta di Montegalda. Ecco qua: «Un'automobile sfasciata».... Mio Dio! esclamò la contessa Lombardi.
Uscito l'ultimo studente, il professore Bottaro, col piego degli elaborati sotto il braccio, salì la scala che conduceva in Direzione e consegnò nelle mani del Preside il suo prezioso deposito. Grazie, professore, disse questi con amabilit
Ottoman, su tua morte alzano il canto, Me destinando a vil servigio indegno; Ma nol faran, ch'io vuò morire; intanto Queste misere chiome io ti consegno; Di mirra in vece io t'ungerò col pianto; E tu, mio Re, nol ti recare a sdegno, Che lo sgorgano gli occhi, onde uscia lume, Che pure avesti d'apprezzar costume.
Potrei aver bisogno di te. L'altro si fece serio. Allora la cosa è diversa. Ma che c'è mai? Un duello in aria? Forse. I cavalieri andavano alla ricerca delle loro dame: alcune coppie passeggiavano a braccetto su e giù per la sala. Il marchesino Moschi si avvicinò a Lucilla, che si alzò in piedi, consegnò a sua madre il ventaglio, e prese il braccio che le era offerto.
Che c'è? proruppe il Bottaro in tuono meno rimesso del consueto. Signor professore, le consegno il mio elaborato, rispose il ragazzo guardandolo in aria di mezza canzonatura. Oh!... Ha ragione... hai ragione, caro.... Dunque hai finito? Va, va, che andr
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