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Da questi pensieri che s'affacciano spontanei al primo esame della questione, e sgorgano dalla definizione del sistema federativo, emerge un dubbio: perchè se a più Stati vicini con molti punti di contatto e collocati in simili circostanze, giova l'unirsi, cotesta unione non toccherebbe gli ultimi termini? Perchè se il bisogno d'essere forti li stringe a confederarsi, la certezza dell'incremento di questa forza ch'essi tentano procacciarsi non li indurrebbe all'unit

I metri troppo musicali lo affascinano, lo fanno trascorrere, gl'impediscono di scegliere fra le tante immagini che gli si presentano davanti, di indugiare su un aggettivo, di esitare intorno a una rima. L'eccitazione lo spinge innanzi senza dargli tempo di voltarsi addietro; le strofe sgorgano una appresso all'altra, lusingandogli l'orecchio, ed egli cede volentieri alla loro malìa.

Ebbene le mie parole sgorgano da un cuore che per lungo tempo ho represso ma che ora mi si versa per la bocca. Dal primo ch'io v'incontrai non vidi più che voi sulla terra. Attaccato fin d'allora alla vostra esistenza non era più al mondo che l

Bello è il veder uscir la gente; son dieci torrenti che sgorgano da dieci porte e allagano in pochi minuti il borgo di Salamanca, il Prado, i viali di Recoletos, la strada Alcal

Le labbra del timoniere tremano volendo proferire un groppo d'idee, che impetuosamente gli sgorgano dal cervello; esse però null'altro possono favellare che interrottamente: «Feroci.... feroci.» «E tu, nato in cotesta terra, come ardisci adoperare il consiglio e la mano in suo danno? Non conosci, o disprezzi il premio di che vanno rimunerati i traditori?» «Io traditore!

Ai tempi degli Arabi, Cordova aveva il primato nella letteratura, Siviglia nella musica; Averroes diceva: Quando a Siviglia muore un dotto e si voglion vendere i suoi libri, si mandano a Cordova; ma se a Cordova muore un musico, i suoi strumenti si mandano a vendere a Siviglia. Ora Cordova ha perduto anche il primato letterario, e Siviglia li ha tutti e due. Non son più i tempi, certo, in cui un poeta, cantando le bellezze d'una fanciulla, faceva accorrere intorno a lei, da tutte le parti del regno, una folla d'innamorati; e un principe invidiava un altro principe, solo perchè era stato fatto in sua lode un verso più bello di quanti ne fossero mai stati ispirati da lui; e un Califfo premiava l'autore d'un bell'inno con un regalo di cento cammelli, d'uno stuolo di schiavi e d'un vaso d'oro; e una ingegnosa strofa improvvisata a tempo scioglieva dalle catene uno schiavo o salvava la vita a un condannato a morte; e i musici passeggiavan per le strade di Siviglia con un corteggio da monarchi, e il favore dei poeti era cercato come quello dei re, e la lira era temuta come la spada. Ma il popolo sivigliano è pur sempre il popolo più poeta della Spagna. Il frizzo, la parola amorosa, l'espressione della gioia e dell'entusiasmo sgorgano dalle sue labbra con una spontaneit

Ottoman, su tua morte alzano il canto, Me destinando a vil servigio indegno; Ma nol faran, ch'io vuò morire; intanto Queste misere chiome io ti consegno; Di mirra in vece io t'ungerò col pianto; E tu, mio Re, nol ti recare a sdegno, Che lo sgorgano gli occhi, onde uscia lume, Che pure avesti d'apprezzar costume.

Credevo di non avere più lagrime, ma soltanto nello scrivere il tuo nome adorato esse mi sgorgano profondamente dal cuore, dal midollo delle ossa. Non so bene da dove vengano, ma con esse tutto il mio corpo si sfibra; e mi pare che non acqua, ma sangue cada da' miei poveri occhi. Tu non lo credi, nevvero? Oh! se lo credessi, non potresti lasciarmi in queste angustie!