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Aggiornato: 26 maggio 2025


Dio vi accompagni... Ma il tristo non si giovò del commiato del Presidente; anzi parve accomodarsi con agio maggiore sopra la seggiola. Intanto il Moscati voltosi a Marzio gli disse: Accusato, rispondete breve: ratificate, o no, il vostro esame in confronto dell'accusata?

E il Moscati, pratico della temperie di corte, nonostante le singolari dimostrazioni di benevolenza, se ne andava col cuore più chiuso di quando ci era venuto: la voce interna, più incresciosa che mai, lo ammoniva aver gittato la opera e i passi: educato alla scuola della esperienza, ben egli sapeva come con gli uomini in generale, ma segnatamente co' Prelati, quanto il promettere si allunga si accorcia lo attendere, e le speranze nate in corte o su la pianta appassiscono, o, a modo del fiore di papavero, al primo soffio si spelano; spiagge insidiose si provano le corti, dove mai tanto non fosti prossimo a naufragare come quando il cielo si mostra sereno, e il mare tranquillo.

Se io l'ho sentita! Ed anche adesso la sento; anzi a palesarvi il mio pensiero vi dirò, che la segretezza del processo; lo insolito apparato; la surroga del giudice Luciani, uomo più crudo della tortura, al presidente Moscati compassionevole e probo; la et

Non tutti questi furono i vostri compiici, soggiunse il Moscati. Altri pure confessò. Chi dunque? Marzio. Ebbene; mi venga Marzio davanti, e vediamo un po' se ardisce sostenermelo in faccia. Quantunque io debba credere l'uomo capace delle più orribili cose, se da me non lo sento ricuso prestar fede a tanta iniquit

Io vi ammonisco, riprese il presidente Moscati, a mantenere la promessa di confessare la verit

Salutati cortesemente i colleghi e gli ufficiali minori, il Moscati prese posto al suo seggio; dove essendogli per prima cosa caduto sott'occhio il certificato del medico intorno allo stato di salute di Beatrice, lo lesse due volte, poi pacato favellò: Pare dunque, che quante volte ne faccia di bisogno possiamo in coscienza sottoporre alla tortura questa sciagurata fanciulla.

E così aspetta la giustizia da voi. Beatrice Cènci, incominciò a interrogare il Moscati, voi siete accusata, e le prove in processo lo dimostrano sufficientemente, di avere premeditato la strage del vostro genitore conte Francesco dei Cènci, con la complicit

Al Moscati acerbamente dolse la petulanza del Luciani: tuttavolta, sentendo mettere in dubbio la sua fede, imperciocchè in quei tempi credere nelle streghe fosse articolo di fede, come colui che piissimo uomo era si scosse, e domandò risoluto al Luciani: Signor Auditore, e per qual causa dubitate voi che io non creda alle fattucchierie? Io ci credo benissimo; ma qui non parmi che cada il caso.

Certo, balbutiva costui, certo, Eminentissimo, col signor Moscati non ci era verso di trarre un ragnatelo dal buco: gli avevano fitto in testa certi scrupoli... lo assalivano tali uggie... tanti rispetti, che nemmeno io mi sapeva dove mi trovassi. Guardate un po' voi! esclamava maravigliando il Cardinale, ed alzava ambe le mani.

Dopo lungo dibattimento si decise di porre prima a partito il progetto della commissione, il quale, qualora non fosse accettato, poteva mettersi alle voci il progetto del duca di Lodi, e cosí le modificazioni proposte. Il conte Dandolo fece istanza che ciascuna delle proposizioni subisse lo sperimento dello scrutinio segreto per via di ballottazione. Il conte Presidente si rifiutò, avendo ordinato che i singoli dassero apertamente i loro voti per alzata in piedi e seduta, e con tal metodo la massima parte dei Senatori approvò le considerazioni e gli articoli dalla commissione proposti. Il solo terzo articolo subí la seguente modificazione, proposta dal conte Moscati, e redatta dal conte Mengotti: «Li deputati saranno incaricati di presentare in quest'occasione alle AA. PP. li sentimenti di ammirazione del Senato per le virtú del principe Viceré, e della sua viva riconoscenza per il di lui governo» (Allegato lettera C). Qui fu che gli individui del contrario sentimento, e sopratutti il conte Vaccari, si diedero a declamare fortemente contro l'ingiustizia e l'ingratitudine del Senato. Tacquero gli altri, ed ognuno si fece un riguardo di non dar luogo a contestazione in quest'argomento. Chiese la parola il conte Luosi, ed espose che, sebbene non si potesse piú proporre il progetto del duca di Lodi, come contradetto dall'altro adottato, pure gli sembrava che non fosse in opposizione con questo l'articolo redatto dal conte Prina, sul dritto eventuale del principe Eugenio. Domandò ed ottenne di interpellare su di esso la volont

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