Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 19 giugno 2025
Ed io che il dì innanzi, a quella finestra, aveva nell'anima un carnevale di rime! Discesi, e trovai preparata la tavola per la colazione. Tre posate? chiesi a Baccio che ripuliva, strofinando e soffiando, il mobiglio. Ma sicuro; uno voi, due il signor Bazzetta e tre il signor De Emma. Il signor De Emma! sclamai, balzando come se mi si fosse posta sotto i piedi una lastra rovente.
Bianca è capricciosa. Ogni volta che io ebbi il dono del suo amore la trovai diversa. Ricordo il nostro quarto convegno a Palermo. Sembrava ridiventata pura come una vergine. Per un nulla le vampe al viso. Mille pudori e la lunga difesa di ogni angolo del suo corpo. Poi dopo il primo amplesso riapparve la fragorosa luce dei suoi occhi di carnevale che ridevano offrendo la bocca come un fiume di delizia nel paradiso, la sua bocca nuda, aperta e inquietante. Una strana sensualit
Nell'autunno e carnevale del 1844-45, chiamato a Messina per concertare le opere e dirigere l'orchestra di quel teatro, Mariani dovette cedere alla forza del pregiudizio, in quanto i così detti professori di quell'orchestra protestassero accanitamente di non voler suonare sotto la direzione di un ragazzo forestiero.
Si vide più festeggiato, più accolto, più ben voluto che mai. Passò un carnevale delizioso, si divertì, fu amabile, evitò ogni laccio, si congratulò molto con sè stesso, e accompagnò a teatro due o tre volte la sua vecchia mamma. Un giorno, un'idea bizzarra gli passò per la mente: «Se prendessi moglie?» Ma la scacciò subito subito, come una tentazione. Ora aveva la sua libert
Cosí dunque, con lieve sforzo di fantasia, possiamo imaginare Bianca nell’effusione di tutto il giovanile splendore a quella festa che né pure un anno dopo le sue nozze, al carnevale del 1615, fu data nel palazzo del Podest
Era in quei giorni la fine del carnevale; e dall'alta loro stanza, la vedova e la figliuola udivano il sordo trepestìo delle carrozze signorili che andavano e venivano per ogni parte della citt
Com’era tempo di carnevale, nella sala del teatro fu dato un festino pubblico. Il giovedì grasso, alle dieci di sera, la sala fiammeggiava di candele steariche, odorava di mortelle, risplendeva di specchi. Le maschere entravano a stuoli. I pulcinella predominavano. Sopra un palco, fasciato di veli verdi e constellato di stelle di carta d’argento, l’orchestra incominciò a sonare.
Tu fiuti come me l'inebbriante odore del temporale. Ora un brutale acquazzone gualcisce e accartoccia la seta dell'orizzonte! Lo attraverso come si passa correndo sotto una grondaia.... Vi stupisce il mio coraggio, tristi nubi avvizzite e scolorite che ondeggiate laggiù, pèndule le braccia, con falotici dondolii, poveri vestiti da maschera d'un carnevale bagnato?
E come la conversazione era stata interrotta espressamente sur un capitolo curioso e Regina era curiosissima ella si lasciò sfuggire dalla labbra: A domani. Il principe susurrò qualche parola al dottore. Questi dette le sue istruzioni alla nipote. Oh! i consigli, i consigli! Erasi in carnevale.
Si giuoca di grosso, poichè è carnevale; lasciamoli fare. Ventuno a quadri, disse con garbatezza madama Guglielmi guardando senza tirarli a sè i sedici zecchini della partita; sarebbe forse la mia posta? Con perdono, madama, esclamò il finanziere; mi duole veramente, ma avendo or or succhiellato l'ultima carta, metto in tavola trentuno a picche.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca