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Aggiornato: 19 giugno 2025
Ma egli la rassicurava: era soltanto un po' stanco... E lei confidava che col carnevale tornerebbe allegro, e si riprenderebbero le relazioni colle signore Nardi. L'ottobre passò uggioso a quel modo.
I giorni passarono, venne il gennaio, cominciarono le feste del carnevale, e Marco continuava a stare in casa come un convalescente. Quando gli dicevano di uscire rispondeva che faceva freddo, che il tempo era umido, e rimaneva per lunghe ore immobile nella poltrona, e guardava fuori dalla finestra con certi occhi da moribondo che saluta la luce, che faceva veramente piet
Qualche volta, passando accanto al signor di Vaussana, la divina creatura gli gittava una di quella frasi sommesse e brevi, ma calde di passione, che avevano virtù di rianimarlo, di esaltarlo, di fargli toccare i termini della beatitudine. Ah, il nostro San Giorgio! Ancora pochi giorni, Rizio! Questo carnevale, che morte! Sorridi, via, grande bambino, che hai così dolce il sorriso!
Era il giovane che l'ultima notte di carnevale aveva cercato rifugio nel negozio della bella guantaia, sconvolgendole il cervello ed il cuore. Vestito colla raffinatezza degli eleganti suoi pari, sembrava più seducente, sebbene una lieve ruga attraversasse in quel momento la sua bianchissima fronte.
Il carnevale, nonostante numerosi inviti a feste, era scorso per noi monotono.
Una sola occhiata a Lidia mi persuase che avrei parlato indarno. Ella andava irrigidendosi ogni giorno più nella risoluzione di sfuggire il mondo; e come il passato carnevale s'era sottratta agli inviti, ora si sottraeva a qualunque proposta di svago.
Così dicendo, damigella Maria, da seduta com'era, si distese, e coll'imboccatura delle lenzuola si coperse il capo per non udire. Su per le scale, venivano con allegri clamori, ufficiali alemanni, signorelli e dame; e passavano con belle cerimonie nella stanza, dove il signor Fedele soleva dare il suo ballonzolo in carnevale.
A casa: rispose asciutto il giovine, che non aveva voglia di legar con esso, conoscendolo come uno de' più scioperati e smargiassoni di tutta la scolaresca. Sei matto? replicò l'amico: vuoi andartene a letto all'ora de' polli? Siamo in carnevale, per diana! Son gi
Qualche volta (e questo era avvenuto per l'appunto in carnevale) la Violetta non aveva reputato disdicevole alla sua dignit
Anche queste scompaiono; ma continuano i razzi a stella, i fuochi d'artificio di ogni specie, di ogni forma, che riempiono l'atmosfera di luce, di fumo, dilettevoli a vedere; seguono ruote di fuoco, scintille, covoni fiammeggianti; tutto ciò strepita, sibila, rimbomba, tutta l'atmosfera è avvolta in un fumo infuocato e gli spiriti degli elementi sembrano migliaia di folletti di fuoco, draghi di luce, lucertole, mosche, lucciole, serpenti di fuoco che festeggino il più pazzo carnevale di streghe nell'aria, o che traversino il cielo.
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