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Si trovano pure soggetti tratti da Dante, dipinti da vari maestri in molte chiese, come ad esempio l'Inferno ed il Paradiso dell'Orcagna, nella cappella degli Strozzi in Santa Maria Novella.

E quando anche, esempli grazia, non fossero gente di male affare, quando il Padrone vuole che tu strozzi, e tu strozza. Vicario mio la obbedienza è santa. Sicuro! Credono, i gaglioffi, che la Giustizia pesi a bilancia: è un errore: ella pesa a stadera, ed ha due romani come aveva due staia Burraschino il biadaiolo, che andò in galera per misure false.

Prego il Cielo che i maccheroni diventino strangulatori, e il vino foco. PEDANTE. Non vidi hominem di maggior pasto di minor fatica di te. CAPPIO. Ecco il Cerriglio; battete e vi sará aperto. LARDONE. Tic, toc, tic. TEDESCO. Chi battere le porte delle nostre ostellerie? PEDANTE. Tito Melio Strozzi gimnasiarca! TEDESCO. Non capire tante gente le nostre ostellerie.

TEDESCO. Non avere vermicoli cca. PEDANTE. Siam qui venuti con passo celere et pernice. TEDESCO. Non stare cca pernice fasane; ire a cheste altre ostellerie. PEDANTE. Voi conoscete me? TEDESCO. Si certe: voi stare quel Tutto Merde Stronze de patriarche. PEDANTE. Io mi chiamo Tito Melio Strozzi gimnasiarca. Non venni iersera ad ospitare in questo vostro ospizio?

8 Dianzi Marullo ed il Pontan per vui sono, e duo Strozzi, il padre e 'l figlio, stati: c'è il Bembo, c'è il Capel, c'è chi, qual lui vediamo, ha tali i cortigian formati: c'è un Luigi Alaman: ce ne son dui, di par da Marte e da le Muse amati, ambi del sangue che regge la terra che 'l Menzo fende e d'alti stagni serra.

E fra questi, il maggiordomo Ferdinando duca Strozzi, la maggiordoma maggiore marchesa Ginori ne' Riccardi, il ciambellano marchese Incontri, la dama di Corte marchesa Corsi, che avevano seguito a Napoli il Granduca. Precedevano i reali Cacciatori a cavallo.

Ai fatti! ai fatti! interruppe il parroco, che cominciava a presentire qualche cosa di molto serio. Ebbene... i fatti eccoli qua, signor curato, e che il diavolo mi strozzi la moglie se io ci ho avuto un briciolo di colpa.

TEDESCO. Tu stare picciolette. Tu stare quel Tutto Merda Stronze de patriarche? PEDANTE. Ti ho detto il prenome, nome, cognome e officio. «Tito» è il prenome, «Melio» il nome, «Strozzi» il cognome, «gimnasiarca» l'officio; e se non son grande di corpo, son grande nella dottrina e la rettorica. TEDESCO. Non stare bene, non avere bisogne de' rottori. PEDANTE. Datemi la mia sobole...

L'origine della famiglia Ricasoli rimonta al più lontano medio-evo. Essa era lombarda. Alberto di Guido da Malapresa assunse il nome di Firidolfi al XII secolo. Raniero de' Firidolfi prese quello di Ricasoli, dal nome di un feudo, di cui fu investito da Federico I di Svevia. La storia di questa famiglia si confonde a quella piena di vicende e drammatica della repubblica fiorentina. Ora guelfi, ora ghibellini, questi guerriero, quello legato, quello priore della Repubblica, i Ricasoli rappresentarono sempre le prime parti nel loro paese. Qui è un vescovo che come inviato della Signoria va a Parigi a domandare l'estradizione di Strozzi, e porta all'uopo la fiala per avvelenarlo. L