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Il signor Ribaldi, mio elettore che ha votato pel mio competitore! mi scrive per dirmi che l'Italia se ne va, che il barone Ricasoli è un balordo, che la maggioranza è assurda, che la minoranza va a tastoni, che il ministro de Sanctis non capisce niente.

Esso non vuole rendersi impossibile, se l'occasione si presenta, di andare al potere col conte di Cavour o col barone Ricasoli; e nel caso opposto, esso vuol tenersi pronto per tutti gli avvenimenti.

Cassinis ritornò onorevolmente al suo banco di deputato sempre lo stesso, molto stimabile e molto stimato. I ministri toscani, perchè toscani, si attaccarono alla fortuna ed al vascello del barone Ricasoli. De Sanctis, non essendo nulla, accettò Ricasoli come avrebbe accettato, che so io? il Kan di Tartaria!

Il barone Ricasoli non è mica una forza attiva, poichè egli manca d'iniziativa. Egli ha la forza del bronzo: la tenacit

Ricasoli rompe con loro in apparenza, per un momento giusto il tempo che gli occorre per provvedere la sua menagerie di belve egualmente ammansite, ma più giovani, più ben nudrite, con migliori zanne e più belle unghie, poi rivenir in fiera e dire al proprietario del serraglio del terzo partito: O fondiamo le bestie o ti divoro! Ohimè! quanta gente vado io ad offendere con queste parole....

Poco dopo apparve la circolare di Ricasoli del 15 novembre a tutti i Prefetti d'Italia; in essa il Gabinetto di Firenze dichiarava che avrebbe scrupolosamente rispettato la Convenzione di settembre; che il Potere temporale del Pontefice era divenuto una strana anomalia in mezzo alla civilt

Al dissidio fra il Ricasoli e il Fanti essendo seguito anche quello fra il Fanti e Garibaldi; il Re Vittorio Emanuele chiamava presso di Garibaldi. All'invito del Re, Garibaldi si recò subito a Torino e con lui si trattenne a lungo colloquio.

Parve ai papalini di vedere nelle parole di Ricasoli una provocazione. Essi consigliarono sempre più vivamente il Papa a partir per l'esilio. Secondo loro, egli doveva abbandonare Roma, andare a risiedere a Civitavecchia, circondato dalle sue truppe, ed aspettare l

Dopo l'avvenimento del barone Ricasoli agli affari, dopo il ritorno del Ratazzi da Parigi, la situazione ha subito qualche cangiamento e ne subir

Ratazzi, il quale rimpiazzò il conte di Cavour, obbligato a ritirarsi, Ratazzi si trovò imbarazzatissimo con la Francia. Egli non osò bravarla, cedere. La caparbia resistenza del barone Ricasoli, in Toscana, salvò l'Italia. Cavour fu richiamato agli affari.