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Credi per certo che se dentro a l’alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d’un capel calvo. E se tu forse credi ch’io t’inganni, fatti ver’ lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d’i tuoi panni. Pon giù omai, pon giù ogne temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!». E io pur fermo e contra coscïenza.

Credi per certo che se dentro a l'alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d'un capel calvo. E se tu forse credi ch'io t'inganni, fatti ver lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d'i tuoi panni. Pon giu` omai, pon giu` ogni temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!>>. E io pur fermo e contra coscienza.

Capel bruno, alta fronte, occhio loquace, Naso non grande e non soverchio umìle, Tonda la gota e di color vivace, Stretto labbro e vermiglio, e bocca esìle. Lingua or spedita or tarda, e non mai vile, Che il ver favella apertamente o tace; Giovin d'anni e di senno, non audace, Duro di modi, ma di cor gentile. La gloria amo e le selve e il biondo Iddio.

8 Dianzi Marullo ed il Pontan per vui sono, e duo Strozzi, il padre e 'l figlio, stati: c'è il Bembo, c'è il Capel, c'è chi, qual lui vediamo, ha tali i cortigian formati: c'è un Luigi Alaman: ce ne son dui, di par da Marte e da le Muse amati, ambi del sangue che regge la terra che 'l Menzo fende e d'alti stagni serra.

Allo scritto corrispondeva poi la figura; il dagherrotipo mandato dalla signorina Marianna alle Vaie recava l'immagine di una bella ragazza, alta e snella, di capel bruno, di carnagione pallidina ma sana, con due begli occhi grandi ma espressivi, come se ne vedono tanti, per fortuna sua, nella regione Emiliana. Il matrimonio si faceva tra due mesi, cioè a dire verso la fine del carnevale.

Sappiate che se ben Carizia mia nipote è giovane, nasconde sotto quella sua etá acerba virtú matura, sotto quel capel biondo saper canuto, sotto quel petto giovenile consiglio antico; e se ben è povera d'oro, l'onore non li fa conoscer bisogno alcuno, perché si stima ricca d'onore e di se stessa: e nella sua onestá s'inchiude il suo tesoro e la sua dote.

<<Vivo son io, e caro esser ti puote>>, fu mia risposta, <<se dimandi fama, ch'io metta il nome tuo tra l'altre note>>. Ed elli a me: <<Del contrario ho io brama. Levati quinci e non mi dar piu` lagna, che' mal sai lusingar per questa lama!>>. Allor lo presi per la cuticagna, e dissi: <<El converra` che tu ti nomi, o che capel qui su` non ti rimagna>>.

56 Quel ch'in pontificale abito imprime del purpureo capel la sacra chioma, è il liberal, magnanimo, sublime, gran cardinal de la Chiesa di Roma Ippolito, ch'a prose, a versi, a rime dar

Credi per certo che se dentro a l’alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d’un capel calvo. E se tu forse credi ch’io t’inganni, fatti ver’ lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d’i tuoi panni. Pon giù omai, pon giù ogne temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!». E io pur fermo e contra coscïenza.

38 Così si duole e si consuma ed ange la bella donna, e non s'accheta in fretta. Talor si batte il viso e il capel frange, e di contra cerca vendetta. La mia sorella per piet