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CAPPIO. O che mai ne paressero vecchi! tutti avari, fastidiosi, ritrosi, pazzi, rimbambiti; sempre minacciano, bestemiano, gridano, si lamentano, si contentano mai. GIACOMINO. Veramente quando l'uomo passa i quarant'anni doverebbe morire e smorbare il mondo. Tutti perdono la memoria per non ricordarsi di quando son stati giovani.

GIACOMINO. Che ha a far questo con la mia felicitade? CAPPIO.

CAPPIO. Oprar con Lima e con Lardone voi ben sapete che vi bisogna. GIACOMINO. Che cosa? CAPPIO. Un poco di musica. GIACOMINO. Come musica? CAPPIO. Porre in un fazzoletto alcuni scudi e poi dargli due squassatine che rendano suono, perché il suono de' scudi si fa sentir da lungi e fa piú dolce armonia di qualsivoglia istrumento, e massime se son traboccanti. GIACOMINO. Pur bisogna disporgli.

CAPPIO. Anzi morire alli quaranta e lassar godere a' giovani com'han essi goduto. Dice che vuol tornar presto: oh che quella parola fosse tornata tossico che subito l'avesse ucciso! GIACOMINO. Certo, che quel tornar presto ci turba ogni disegno. CAPPIO. Intanto attendiamo a dar la battaglia al granaio, alla caneva e a' formaggi.

CAPPIO. Pigliate i capelli d'Altilia che son di miniera, coceteli al foco del vostro core, batteteli col martello, col quale amor vi picchia, in verghe e fatene scudi; o vendete quei rubini, zafiri e perle del suo volto, e cominciate a smaltir cosí gran tesoro. GIACOMINO. Quei capei tutti son lacci per incatenarmi ed appiccarmi.

LIMOFORO. O Cielo, che non mi par di creder quel che veggio di creder quel che è vero; e pur mi sento morir di desiderio di veder mia figlia. ANTIFILO. Lima, chiama la tua figliana. PEDANTE. Io tremo nel meditullio del mio core per tanti inopinati accidenti d'oggi. O Giacomino malus, o Cappio peior, o Pseudonimoforus pessimus! O quam malum est habere foeminas pulcherrimas in domo!

GIACOMINO. Dubito di qualche tempesta che suol sempre attraversarsi alle gioie degl'innamorati. CAPPIO. Non perdiam tempo: andiam a preparar la casa, ed io a comprar robbe. GIACOMINO. Cosí si facci.

E tanto se' facto strecto in caritá di quel che tu hai ricevuto in tanta larghezza, che Io non cappio in te per grazia, il proximo tuo per amore.

GIACOMINO. Andate in buon'ora, Giacoco, mio caro padre, attendete alla vostra salute da cui dipende tutta la nostra; ma quando sarete di ritorno? GIACOCO. Crai, poscrai, poscrigni o piscrotte allo chiú chiú, ca la vendegna ce la faccio brocioleare. Guardáte la casa, pigliatevi spasso e sguazzate. CAPPIO. Se volete che sguazziamo, lasciateci denari assai.

In casa sua mai mi veddi satollo di cucumeri; sempre il ventre entrato dentro, e la bocca tanto asciutta che non posso aprirla per parlare. CAPPIO. Che sei venuto a far qui, in Napoli?