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Delle condizion di questo ill.mo sig., l'è poco tempo che sua signorìa non aveva altre che cavalli 30,000 et presto si ridusse in cavalli 300,000, s'ingegnò di rubar da suo fratello una terra grande, e che avea mura belle e grosse come quelle de Costantinopoli. Dopo comenzò ad aquistar il paese, e star sempre in campagna come fa al presente. L

Non nego che la cosa in massima non sia eccellente, ma più per tutti gli altri che per noi. Noi abbiamo il dovere di non rubar il mestiere a chi lavora per vivere. Le tre sole carriere che ci convengano sono quella delle armi, quella della diplomazia e quella della chiesa. Ma se si può far a meno!... Capisci. Di diventar arcivescovo, per esempio, io non mi sento la foia. Neppur io.

Ma , ho ben veduto; e m'annoia. Dio sa che cosa s'immagina; che voi, per esempio, bel conte, abbiate piantata laggiù sull'Entella una povera castellana a struggersi in pianti e sospiri, per venire qua a rubar cuori in Castiglia, e portarveli attorno travestiti da scolaretti.

PELAMATTI. Di che etá è questo maestro Rampino? PANURGO. Non l'ho mirato in bocca. Ma m'accorgo che tu hai poca voglia di darmele. PELAMATTI. Perché n'hai soverchia di riceverle. PANURGO. Come se dicessi ch'io ti volessi rubar queste vesti. PELAMATTI. Come tu lo dicessi e io me lo vedessi. PANURGO. Altri che tu m'arebbe credito di mille scudi.

Se il quartese de' furti gli darete, v'insegnerá a rubar, nel predicare. L'altro dicea: Se ben l'ascolterete, tutti i castighi, ch'ei sa minacciare, saran sospesi in ciel, se noi gli diamo nelle borse i quattrin che addosso abbiamo. Diceva un altro: Notate voi bene come fa grande il foco al purgatorio? come per levar l'alme dalle pene chiede danar per lui dall'uditorio?

Eugenio: il pallido, floscio, spaurito Eugenio, che non aveva mai potuto imparare a rubar bene, perchè tremava sempre di paura; e al quale i compagni fischiavan sul viso, beffardi:

Infilzò il coltello in un altro rocchio al quale attaccò un morso, e abbassando la voce riprese: Prima che venisse don Peppino dalla Calabria, i briganti di Sicilia, parlo di quelli de' nostri tempi s'intende, non erano che la.... (e disse la parola) di tutti i briganti! tanti scassa pagliai buoni solo a rubar cavalle, mule, caci, scappolari, o barde o bisacce, assaltavano qualche volta il procaccio, facevano qualche sequestro.... ma che razza di sequestri: fatti senz'abilit

ALESSANDRO. Non altro di questo? PIRINO. Non altro. ALESSANDRO. Perché tanti scongiuri? PIRINO. Con questo verrò a rubar la mia Melitea dalle mani del ruffiano, come poi vi dirò piú a lungo in casa vostra. Aiutatemi, amico caro, a cosí onesto e onorato furto; e se mi potrete scambiar questi danari in altri, me ne farete piacere, perché son di mio padre, ché non venisse a riconoscergli.

Mi vuole troppo bene, e l'amore gli deve essere scappato fuori dagli occhi. L'indomani il conte Duccio Massenti chiese alla signora Carlotta il permesso di fare con Nicla una gita sul lago. Egli aveva pronta la lancia dell'albergo con due rematori. Sarebbe ripartito la sera medesima per la Svizzera, e prima di allontanarsi desiderava rubar finalmente un'ora alla selvatica abitatrice dei boschi.

MANGONE. Come si dicessi un spogliamari, saccheggialidi, cacciator d'uomini; come si dicessi un ladro publico. CAPITANO. Piacesse a Dio che il mar ben spesso non spogliasse e rubasse me! MANGONE. Or tu che osi rubar i lidi e i mari e gli stessi ladri, hai osato rubar ancor a me. CAPITANO. O ruffiano, lassemi stare. MANGONE. O ladro de' ladri publichi, tornami quel che m'hai rubato.