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Saremmo a pregarvi di un favore, eccellenza, cominciò a dirle. Si desidera ardentemente da tutti sentire qualche canto dell'Ariosto, e lui sta forte sul negare. Per ciò tutta l'adunanza delega voi, perchè vi degniate rinnovare la preghiera al nobile poeta, e siamo certi non mancher

Angelica, Olimpia, escivano dai canti dell'Ariosto. Di nomi comuni egli non aveva sentito ancora che quello del signor Francesco, del padrone di casa.

Cordellina e Svario furono due de' piú celebri avvocati del fòro veneto. Stanza 5. Di Marfisa bizzarra cantar voglio. Cantolla un altro, e non ebbe concetto... onde rimase con Paris e Vienna ad aspettar qualche moderna penna. Un certo Dragontino da Fano scrisse un poema nel Cinquecento, intitolato La Marfisa bizzarra, seguendo le fantasie romanzesche del Boiardo e dell'Ariosto meschinamente.

E la letteratura fino a Torquato Tasso fu uno scroscio di risa a questa dottrina, che risuonarono sin entro ai tabernacoli del santuario cattolico; dal Decamerone del Boccaccio alle Novelle di Franco Sacchetti, al Morgante del Pulci, all'Orlando dell'Ariosto, che riassume e sigilla quest'epoca luminosa del Risorgimento; e dopo quelle risa il Cattolicismo non ha più potuto parlare sul serio per gl'intelletti illuminati, imperocchè evidentemente esso aveva compiuta la sua missione sul cammino del progresso universale; e quelle risa prepararono il terreno ed affrettarono l'ora solenne della Riforma; e apostoli primi e primi martiri della Riforma furono cittadini delle gloriose repubbliche italiane: Arnaldo da Brescia, i Catari e i Paterini, e Girolamo Savonarola, che volevano ridurre la Chiesa Romana alle massime dell'Evangelio, e porre in accordo la fede colla ragione; Arnaldo da Brescia sino dai primi anni del secolo undecimo corse la penisola a propagarvi le teorie dell'avvenire che si incarnarono nelle democrazie comunali del medio evo, aiutò Crescenzio a stabilire la repubblica in Roma, dichiarò dal Campidoglio decaduto il papa dal dominio temporale, e fu bruciato vivo dal papa più tardi alla Porta del Popolo: i Catari e i Paterini formavano una grande associazione di repubblicani nel Lombardo-Veneto, e furono scannati in massa dal papa; Gerolamo Savonarola era capo della democrazia pura in Firenze, al letto di morte di Lorenzo il Magnifico gli rifiutò la assoluzione perchè non volle restituire la libert

I casi di Olindo e di Sofronia m'invogliano al pianto come di fatto veramente successo; mentre le storie dell'Ariosto mi hanno l'aria di finissime immaginazioni: e poi, vedi, temo sempre che ad un tratto gli prenda il capriccio di farmi ridere;... ma via, leggiamo di Ginevra.

Questo caso lo gittò in una profonda tristezza; e parecchi mesi passarono, senza che più pensasse ad appartarsi nella sua terrena cameretta per disegnare e schizzar sugli sparsi foglietti, come soleva, aeree figure e fantastici gruppi; o per rileggere qualche pagina di Virgilio o di Dante, dell'Ariosto o del Tasso, ch'eran tutta la sua biblioteca.

Avvocati fiscali, e avvocati difensori citavano versi di Orazio, di Virgilio, di Catullo, a profusione, intere ottave dell'Ariosto e del Tasso, versi del La Fontaine, diluviavano le massime dei pratici e dei dottori; i tropi, le metafore, le similitudini, le allusioni storiche e mitologiche, le parole altisonanti, sesquipedali.

«Via sapiens plebem suam erudit». E voi, o letterati d'Italia, fate partecipe della vostra dottrina la plebe vostra. E se la plebe vi vuol dettare essa leggi e dottrine, lasciatela fare pazientemente; ma non pigliate consiglio che da voi o dai piú sapienti di voi. [p.113] Ricordatevi che, se l'Ariosto avesse dato ascolto al parere del cardinale, il Furioso sarebbe scritto in latino, e la fama dell'Ariosto sarebbe una miseria. La probitá sia nel cuor vostro e la persuasione sulle vostre labbra. Ma delle vostre pacifiche discussioni non chiamate mai in sussidio i governi, perché gi

Talvolta si accompagna allo scherno la satira arguta e mordace contro la corruzione del clero. Nella Scolastica dell'Ariosto (atto III, sc. 6), Bartolo, ad espiare certo suo peccato giovanile, vorrebbe farsi romeo. E un frate gli dice:

Ciò poco monta, sorse a dire Nullo; siete disposto, signor intendente, a riadunare i vostri commilitoni e a seguirmi? Veramente, colonnello, gl'interessi amministrativi della provincia... Bene, bene, riprese Nullo con sottile, ma visibile sogghigno, provvedetemi d'ambulanze e di viveri che invierete senza indugio a Bojano. Frattanto il capitano Zasio, che, pari al Medoro dell'Ariosto,