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Non so bene di quali cose in particolar modo si occupasse la signorina Anastasia Mikailovna, figliuola d’un Boiardo ucráino; certo è che tutti gli scapoli dell’albergo, di giorno e di sera, molto volontieri stavano con lei. E la signorina Anastasia Mikailovna, per un senso d’altruismo quanto mai lodabile, trovava il mezzo di regalare ad ognuno qualche bríciola del suo fascino slavo.

Prove di nessun valore; ma senza tener conto di esse si può anche ammettere che il Boiardo rammentasse il Boccaccio, e non si può negare certa somiglianza nella concezione generale del racconto e la quasi identit

In sostanza non mi pare che il Boiardo abbia imitato troppo il Boccaccio. Ma che poesia è la sua! E quanta dolcezza e freschezza per tutto l’episodio, e che ingenua espressione di passione umana, pur finamente osservata, nell’invenzione romanzesca! Iroldo in disperazione beve il veleno: E poi che per metade ebbe sorbito Sicuramente il succo venenoso, A Tisbina lo porse sbigottito.

Cordellina e Svario furono due de' piú celebri avvocati del fòro veneto. Stanza 5. Di Marfisa bizzarra cantar voglio. Cantolla un altro, e non ebbe concetto... onde rimase con Paris e Vienna ad aspettar qualche moderna penna. Un certo Dragontino da Fano scrisse un poema nel Cinquecento, intitolato La Marfisa bizzarra, seguendo le fantasie romanzesche del Boiardo e dell'Ariosto meschinamente.

E benché dal Boiardo fu descritta moretta alquanto e bella oltremisura, io l'ho veduta su un quadro pitta e la trovai differente in figura. Occhio avea grande, d'imbusto diritta era, e non alta molto di statura, e pochissima carne avea sull'ossa, la chioma bionda, anzi potrei dir rossa.

Infin chi nel Boiardo e l'Ariosto letto ha de' paladini e del re Carlo e il costume d'allora, dirá tosto che di lor per ischerzo oggi vi parlo. Tuttavia starò saldo al mio proposto, e so ch'io dico il ver, so autenticarlo: l'ozio, la pace e le scritture nuove gli avean cambiati, ed ho ben mille prove.

L'amore infiammò l'anima di Dante, e la presenza e la memoria della sua Beatrice furono gli eccitamenti del suo ingegno. Lo stesso avvenne al Petrarca colla sua Laura. Il Boiardo, il Pulci, l'Ariosto, il Tasso, ecc. ecc., quanto non si compiacquero tutti de' nuovi sentimenti amorosi!

Lord Pepe, con una posa da seduttore altrettanto blasé quanto irresistibile, dolcemente le andava parlando, non saprei dire se con le mani oppure con le ginocchia. Le parlava, è probabile, di cose attinenti al fascino slavo e delle pieghe certo involontarie che sul corpo della signorina Anastasia Mikailovna, figlia di Boiardo, prendeva il golf di lana color viola del pensiero.

Destò in me la spezie di gravissimo caso il cambiamento nel pensare e nell'operare di quegli eroi tanto celebrati dal Boiardo e dall'Ariosto; e se verrá considerata la differenza nel vero punto di vista, i successi di questo burlesco poema non appariranno frivoli affatto.

Marfisa era un cervello suscettibile; però, i romanzi antichi avendo letti, come sapete, era prima terribile, e dormia co' stivali e i braccialetti; e quanto piú la cosa era impossibile nelle battaglie e piú forti gli obietti, come il Boiardo e l'Ariosto narra, era piú furiosa e piú bizzarra.