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Coi pieni poteri del generale Morra di Lavriano ci fu un miglioramento? Ecco il giudizio, da nessuno contraddetto, dello stesso on. Comandini: «Io ho trovato che la fiducia nei funzionari amministrativi era scossa, e quando ho indagato se sua Eccellenza il regio Commissario straordinario si fosse insediato a Palermo con uno speciale gabinetto politico, sapete voi quale Gabinetto politico ho trovato? Ho trovato un Gabinetto composto di un militare e di due civili, perfettissimi gentiluomini, giovani di grande e buona volont

La generazione, colla quale aveva sofferto combattendo, oramai dispersa nelle tombe, non era più rappresentata nella vita che da pochi sbandati, solitari nella politica del momento, costretti ad occuparsi di quesiti amministrativi o contristati dagl'insulti della nuova generazione sopraggiunta come un'orda di saccomanni sui campi di battaglia.

Mentre s'agitava in questi contrasti, gli capitò molto opportuna una lettera di M.^r Black, il quale lo sollecitava a decidersi circa alla proposizione che gli aveva fatta poco più d'un mese addietro a Valduria. Le trattative per l'acquisto della miniera di Rignano erano tanto avanzate da potersi dire conchiuse, semprechè egli accettasse il posto di direttore. Un buon direttore era indispensabile, e nessuno poteva esser migliore di lui. si pretendeva più di tener segreto l'affare. Oltre che all'Arconti, M.^r Black scriveva anche a Odoardo Selmi, pregandolo d'interporsi presso l'amico affinchè troncasse gl'indugi e desse senz'altro una risposta favorevole. Per la miniera di Valduria, si diceva, non c'era ormai bisogno d'un secondo ingegnere della levatura dell'Arconti; le cose erano bene avviate, e bastava un buon impiegato che assistesse il Selmi negli uffici amministrativi. Invece a Rignano c'era da rifar tutto di pianta, e ci voleva precisamente un uomo ricco d'idee e di iniziativa. Del resto, la Direzione di Londra non intendeva di togliere all'Arconti ogni ingerenza nell'andamento della miniera di Valduria; essa desiderava anzi ch'egli vi facesse un paio d'ispezioni all'anno e che lo si consultasse in ogni difficolt

E mi fermo alle scene di Valguarnera, perchè furono caratteristiche. Ivi non c'era Fascio; chi si era adoperato a farlo sorgere aveva dovuto rinunziarvi per mancanza assoluta di elementi adatti, per il lealismo monarchico ed anche conservatore di cui facevano mostra a gara i partiti amministrativi in aspro antagonismo tra loro.

Bisogna fare, o scadere. E fare e riescire si può, se lasciate da banda le vie oblique, rinunziando, non a giovarsi della diplomazia, ma ad accettarne le inspirazioni, rassegnando alla nazione emancipata i programmi dell'avvenire, accettando, fin dove importa, la cooperazione d'ogni elemento, ma non sottomettendo la propria azione ad alcuno gli uomini che amano il paese più che stessi, vogliano unirsi tutti ad azione incessante, ardita, virile, nelle norme seguenti: Vogliamo una Patria, vogliamo la Nazione; vogliamo che una Italia sia. Possiamo accettare, a giovarcene, non chiedere, riforme o miglioramenti amministrativi e civili. Sappia l'Europa che venticinque milioni d'uomini, figli d'una terra che ha dato all'Europa incivilimento e unit

Il governatore francese, messer Filippo di Cleves, signore di Ravenstein, tenendo pei nobili antichi, faceva orecchio da mercante; anzi, per non aver da sentire i popolari, se ne andava tranquillamente in Asti. E come avviene spesso negli uffici amministrativi, che quando esce il principale per prendere una boccata d'aria, guizza via il segretario per prenderne due, anche il suo luogotenente Roccabertino colse la buona occasione, per portare un suo reuma in Acqui, a quelle terme salutari. Ma l'acqua bollente ch'egli andava a cercare laggiù, stava per dar di fuori in Genova, dove le due parti si guardavano in cagnesco, e dall'una e dall'altra si faceva gente, per non esser colti alla sprovveduta. Ai popolari si accostava la plebe, gente in gran parte calata dalle ville della Polcevera ai mestieri e alle piccole industrie della citt

NOTE: In Palermo fece rumore il caso di Parco. L'amministrazione fu sciolta perchè furono dimostrate fondate le accuse portate contro di essa dal Fascio. Vi fu mandato come regio Commissario il sig. Benedetto Carrozza, che conoscendo i fatti cercò riparare al dissesto economico e ai disordini amministrativi; ma i rei seppero ingraziarsi il generale Morra, e il regio Commissario di Parco si dimise, per provvedere al proprio decoro e forse anche alla propria libert

I maggiorenti, divisi ed organizzati in partiti che non hanno ragione politica, ma bensì di astî e rancori personali, sono pienamente d'accordo; presso a poco come Carlo V. e Francesco I. che volevano entrambi la stessa cosa: il ducato di Milano onde alternandosi al potere, si imitano, si ripetono e nei procedimenti, e nei criteri amministrativi e nelle vendette sui vinti avversarî, e nell'imporre sempre le spese ad essi ed ai lavoratori in generale.

Noi vedemmo, più volte, nelle lettere e nei biglietti che Giuliano mandava agli amici, espressa la licenza di servirsi della vettura dello Stato. Nell’invito fatto all’ariano Aezio di venire da lui, gli concede l’uso di un cavallo di rinforzo. Queste curiose indicazioni si collegano a uno dei provvedimenti amministrativi che a Giuliano stavano più a cuore, il riordinamento del servizio postale dell’impero. Le comunicazioni fra le varie parti di un impero che comprendeva quasi tutto il mondo conosciuto erano rese possibili e relativamente facili da un sistema stradale ammirabile, il vanto maggiore dell’amministrazione romana. Su quelle strade era organizzato un vero servizio di trasporti e corrieri, di case di ricambio dei cavalli e di alloggio, che agevolava il traffico, come or si direbbe, governativo e privato. La spesa del mantenimento del sistema postale era sostenuta dalle provincie e dalle citt

Ciò poco monta, sorse a dire Nullo; siete disposto, signor intendente, a riadunare i vostri commilitoni e a seguirmi? Veramente, colonnello, gl'interessi amministrativi della provincia... Bene, bene, riprese Nullo con sottile, ma visibile sogghigno, provvedetemi d'ambulanze e di viveri che invierete senza indugio a Bojano. Frattanto il capitano Zasio, che, pari al Medoro dell'Ariosto,