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Aggiornato: 15 luglio 2025


Io penso piuttosto che Fiordispina non era pedante, come son troppi, uomini e donne che hanno studiato, e che non condannava la gente a sentire ad ogni tratto un saggio delle sue letture predilette. Non mi risponde nulla? ripigliò il giovanotto. Che cosa rispondere a questa domanda? Non è in mio potere; disse Fiordispina. Sarò io la foglia che vola dove il vento la porta?

Ella ama le cose agresti, l’odore dei fieni, le belle mucche pezzate dagli occhi dolci, i contadini semplici come le mucche, il linguaggio del vento fra gli alberi, del silenzio nei prati, delle lunghe cantilene cantate da Fedor. Cerca, avida, in tutto questo, la verit

Dormiva e faceva i suoi pasti lassù, con Malafede, che non avendo altro da fare starnutiva ogni momento, abbaiando contro le foglie portate dal vento. Dal pertugio della capanna, funzionante da porta, Pietro teneva d'occhio i buoi che pascolavano in un pezzo di terra più giù della chiesa.

E invece d'avviarsi alla soglia, per la quale sua madre era passata ed uscita, si levò da tavola e andò a sedersi in una poltrona, di contro al giardino, che il sole illuminava per ogni angolo, che il vento faceva tremare. Che cosa voleva?

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aereoplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

Colla direzione da libeccio, il vento incontravasi e contrastava colle onde veloci del Tevere, scorrendo in una direzione opposta, e coll'urtarsi innalzavano marosi tali da non cederla ai rabbiosi ruggiti e sconvolgimenti di Scilla e Cariddi.

Allorquando lo visitai per la prima volta, il Tevere era straripato, e le sue acque gialle scorrevano per la strada più bassa chiamata Fiumara, le case della quale hanno in parte le loro fondamenta nell'acqua. Le acque erano salite fino al portico di Ottavia, e coprivano i piani inferiori delle case circostanti. Qual malinconico spettacolo presentava il povero quartiere degli ebrei, inondato dalle acque torbide del Tevere! Ogni anno il popolo d'Israello va soggetto a questo diluvio; il Ghetto galleggia sulle acque, più meno che l'arca di Noè con i suoi uomini e i suoi animali. Ed il male diventa maggiore allorquando il mare grosso, per il vento di ponente, contrasta lo sbocco alle acque del fiume ingrossato dalle pioggie; allora chi abita in basso si rifugia nei piani superiori. Mi si fece osservare il segno dell'altezza raggiunta dalle acque del fiume nell'inondazione del 1846; allora le acque invasero per intiero tutti i piani inferiori. Nello scorso autunno e nella primavera di quest'anno l'inondazione fu di corta durata, abbastanza sensibile però, perchè io potessi formarmi un'idea precisa dei gravi mali che porta seco. Tuttavia si dice che la mortalit

E continuò a passeggiare sotto il nevischio, col vento gelato in faccia, per le viuzze buie, diguazzando nelle pozze e affondando nel fango e nella neve.

Ricordo la terrazza ove scorrevano le nostre belle sere, sotto l'azzurro, entro l'azzurro odoroso delle glicine, tra il gonfiarsi e lo sbattere dei panni multicolori distesi sulle corde e che sembravano vivere a un tratto la vita ardente e gioiosa delle vele sul mare!... Gonfi di vento, i panni multicolori volevano forse rapire a volo la terrazza e invitarmi a fuggire vagando via pel rosato cielo della sera!

Goethe però il 5 Aprile del 1787 se la pigliava con un merciaiuolo, e per esso coi Palermitani, «che lasciavano ammucchiare, diceva lui, innanzi lo botteghe tante immondezze⁹⁸, che poi il vento ritornava alle botteghe medesime»; ed il merciaiuolo, malizioso, gli faceva osservare che «coloro ai quali spettava di provvedere alla pulizia aveano grande influenza, e non si riusciva ad obbligarli a fare il loro dovere.

Parola Del Giorno

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