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Aggiornato: 15 luglio 2025


Poi si mise a guardare innanzi a i fili del telegrafo, che dal parapetto della via, di faccia, declinavano, e scomparivano fra le case. Una cometa s'era impigliata tra i fili, la carta lacerata svolazzava. Un brandello fu strappato ai fili e portato via dal vento. Lungamente il piccino ne seguì la sorte con gli occhi, sbadigliando, poi chinò a poco a poco la testa da un lato e s'addormentò.

Tutto isterilisce e muore al soffio avvelenato della reggia, come gli alberi e i fiori al vento del deserto: il Papato coi suoi 500.000 frati, colla Compagnia di Gesù, allora allora fondata, e col Concilio di Trento, le uccide l'anima e l'intelletto; lo straniero la depaupera colle imposte e le rapine; i principi vassalli suoi manigoldi le uccidono il corpo con le torture e i patiboli.

Ma la speranza è un fiore bizzarro della vita, che sovente si pasce di vento, eppur vive e ci consola col suo olezzo; simile a certe orchidee delle regioni tropicali, le quali, appese in panierini nelle serre, si nutrono d'aria e di vapori, e tuttavia vegetano rigogliose e producono fiori stupendi, ed esalano soavi profumi.

Nostra per cieco labirinto guida, ove smarri de lo 'ntelletto il sole; nostro fermo dottor, che col Padre esser c'insegna un Dio co' l'almo Spirto, un Dio, che stabil muove il mar, le stelle, augelli, belve, frondi, vento e nebbia.

E il vento del Sud seppellisce cammelli e cammellieri sotto le sue volanti palate di sabbia infuocata. 3 Sibilatori e 3 Ululatori. Guarda quelle spirali rosse! L'immancabile becchino delle carovane sopraggiunge. Certo quei cammellieri morti impazzirono di vento rosso prima di morire, come noi! Si erano nutriti di sabbia come noi!...

Il vento investe il bosco, e l'ondeggiare delle cime dei pini mi sembra saluto mestissimo dell'autunno che muore.... Addio! Meditai, cercando la solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di un cimitero.

Il vento con gomitate e rabbuffi spazza via all'orizzonte l'ultima nuvola rossa-nera-avvinazzata poi passando leviga la vallata davanti a noi, purissima conca di smalto verde. Vasca tiepida per raffinatissimi piaceri di carni ignude. Una voce di donna sale da un prato e dondola sopra di noi, morbida amaca. A sinistra rombi di cannonate lanciate a cavallo dei lontani monti trentini.

Era difficile di accostarsi specialmente dalla parte davanti; le fiamme, il fumo che il vento spingeva da tutti i lati, in basso, quasi per tener discosta la gente che avrebbe voluto dare qualche soccorso, ci facevano rimanere spettatori del disastro, in attesa che i muratori e i contadini, spediti alla villa, portassero recipienti, scale, picconi.

Cicerone nacque fra questi pioppi del Fibreno, di cui sentiamo sempre con piacere il mormorio delle foglie agitate dal vento. Ma a che parlare della sua stupenda culla a coloro che non potranno forse mai gettare uno sguardo su questa campagna smaltata di fiori, rallegrata da una continua primavera?

Non c'è fibra Al primo soffio di vento se ne va, se ne va. Detti, ANDREA, poi la signora IRENE. ANDREA a Giovanni. C'è la carrozza. GIOVANNI levandosi. È ora di partire. A Massimo. Non è venuta. Tutti in piedi vestono i soprabiti, cercano ombrellini, bastoni. Verremo a trovarvi. Promessa. Consolare gli esiliati. LAURI a Giovanni. A lei dico una cosa sola: Cattivo. I miei fiori.

Parola Del Giorno

rampogni

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