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E poi, signor mio, ogni acqua che scorre, all'occhio dell'agricoltore, sembra far galleggiare i sacchetti d'oro; ogni prato ti pare una mappa; ogni casa è segnata a cifre, a cifrone. Se tu vedessi i fieni ammontati nelle cascine, il latte che trabocca, spumando, dalle brente, e i formaggi che stanno, come in biblioteca, negli stanzoni a corridoi! Se tu vedessi!

Da le nubi squarciate io vedo il sole Cinger, nudo e ridente, Il suol ricco di mirti e di viole In abbraccio possente; E dai fieni falciati, e da le messi Mareggianti all’aperto, Da le chiome de l’elci e dei cipressi, Da l’arido deserto, Dai grandi boschi urlanti al vento iroso Con grido appassionato, Dal fremito d’amor voluttuoso Che ravviva il creato,

Ella ama le cose agresti, l’odore dei fieni, le belle mucche pezzate dagli occhi dolci, i contadini semplici come le mucche, il linguaggio del vento fra gli alberi, del silenzio nei prati, delle lunghe cantilene cantate da Fedor. Cerca, avida, in tutto questo, la verit

Il riso slancia da l’acquoso piano Gli steli verdi e snelli, Sorgon bianche ninfee da le paludi, Variopinte corolle in mezzo ai prati, Ovunque i soffii ravvivanti e crudi Son dei fieni falciati; Un’alma vive in ogni filo d’erba. Un’alma vive in ogni atomo errante. Tutto, con franca volutt

Alfine, alfine balza il mio treno ed è incanto! nella mollezza diffusa di questi pesanti ventagli odorosi di rugiada e di brezze lascive, che la notte trascina, senza fine, lontano, sui balsamici fieni!... Ahimè! Presto svanì quella gioia squisita!...

I possessori di quelle praterie acclive e dei pingui pascoli sotto quella fortezza erano obbligati per vecchi statuti a somministrare le decime dei loro fieni alla cavalleria .

Vasti pomari, pieni di tutti li alberi fruttiferi e odoriferi, prosperavano dietro il palagio; mule e cavalli nobili oziavano dinanzi alle greppie cariche di fieni e di biade; l’olio empiva i pozzi nei sotterranei; tanta era la copia del fromento che immensi granai stavano sempre aperti al piacere di ognuno, liberal cibo anche alli uccelli del cielo, e tanta era la copia delle uve che in autunno, nella nativit

Ai campi fertili, A l’auree vigne, Ai fieni aulenti; A le boscaglie Folli di sole, Nel sol fiorenti. Prona in un angolo Giace una donna Muta nel duolo. Più lunge, un roseo Fanciullo gioca Sul nudo suolo. Non sa di triboli, Non sa d’orrori, Non sa di morte. Ei gioca, ingenuo, Biondo, ridente, Tranquillo e forte. Su lui la tènebra Tutta s’affisa Con occhio strano.

Sotto altri cieli io vissi, in altra forma, con altro cuore. Fiammule e baleni d’allora, erranti lucciole tra’ fieni, risfavillano in me, s’io vegli o dorma. Io so chi fui, nel tempo gi

Volo a tratti per zone ancora intatte.... Ecco l'acredine soave e carnale dei fieni. Poi tutto si mescola, e la sintesi disordinata degl'ingenui fetori. e dei mordenti profumi mi s'accanisce nella testa e mi sconvolge il sangue!... E' quasi mezzogiorno.