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Aggiornato: 21 maggio 2025


«Sorella Anna, tu che insonne vegli sulla torre più alta, e conti gli astri e le nuvole in cielo, e i vïolastri veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli: se è ver che la Speranza t’assomiglia e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero, mira se lungi appaia un cavaliero lanciato a corsa su disciolta briglia.

Vegli fra due voragini, in oblìo. .... Vuoto di solitudini senz’orme, rombar sordo di fiumi, alito enorme di venti, ombre di nubi.... Ascolta.

Or, come conquisterete voi l'opinione? Come farete a non conculcare il popolo inalzando d'un grado l'aristocrazia, e a non irritare l'orgoglio dell'aristocrazia mescolando il popolo ne' suoi ranghi, e ne' suoi favori? Come farete a sradicare gli abusi, e a non crearvi nemici implacabili tutti coloro, e son molti, che ingrassano negli abusi? Sperate compensar l'odio loro coll'amore delle moltitudini? Gli amori delle moltitudini sono brevi e mutabili, quando non poggian sopra qualche cosa di determinato e di certo, che vegli perenne alla loro tutela, che parli ai loro sensi ogni giorno. Le moltitudini vi applaudiranno un momento, e nel secondo grideranno contro di voi, perchè in fatto di riforme, l'universale ha nome di sapiente giustizia, il particolare ha nome e carattere di arbitrario; perchè i mutamenti, le riduzioni, le destituzioni d'impiegati prevaricatori che sotto libere leggi arridono al popolo, assumono apparenza di parzialit

Ho io due vite in me, che l’una preme l’altra, e l’invigorisce con midolla occulte, ed è per essa al par di zolla che vegli o incalzi il maturar del seme?...

6 sappiendo ella ove potersi altrove la notte riparar, si fermò quivi sotto le frasche in su l'erbette nuove, parte dormendo, fin che 'l giorno arrivi, parte mirando ora Saturno or Giove, Venere e Marte e gli altri erranti divi; ma sempre, o vegli o dorma, con la mente contemplando Ruggier come presente. 8 Queste ed altre parole ella non tacque, e molto più ne ragionò col core.

Prima di coricarsi, ella si assise al cembalo magnetico e scorrendo colle dita sovra la tastiera di avorio, parlò alla sorella d'amore. Vegli, o Speranza? Veglio. Finalmente le rose diedero fragranza, ma le spine sono cresciute. Narrami la storia del tuo cuore io chino l'orecchio sul cembalo per udire il melodioso canto della vergine innamorata.

Ma tu, ch’eri in agguato, a un tratto l’ugna m’affondi in collo, e mi scuoti, e a sangue baci e maltratti: ed io m’affloscio, esangue, fra le tue braccia molle come spugna. Mi sei buono, talvolta, e suggi lieve le mie lacrime calde dalle ciglia; ma io sorrido senza maraviglia, chè troppo so come la sosta è breve. Terribili silenzi son fra noi, talvolta. Immoto, tu somigli a un morto, ma vegli.

Sotto altri cieli io vissi, in altra forma, con altro cuore. Fiammule e baleni d’allora, erranti lucciole tra’ fieni, risfavillano in me, s’io vegli o dorma. Io so chi fui, nel tempo gi

Io non le conosco e non le giudico. So che vi sono care e tanto basta per interessarmi ai loro dolori. Mi guardò intensamente per la durata di un secondo; abbassando poi gli occhi sul suo cappello dove stavano rapprese alcune falde di neve, disse: La madre ha pochi giorni da vivere, la figlia resta sola al mondo. Dio vegli su di loro! esclamai con una commozione sincera.

Parola Del Giorno

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