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Aggiornato: 20 giugno 2025
Allora dovea cadere che stava per iscagliare la fatale ferita, allora... Pietoso cielo, dove dormia la tua giustizia quando all'infame attentato commise la mano! a che nol travolgesti nel nulla? in che t'ebbi io offeso... perchè di tanto mi perseguiti?... O se era segnato sì nefando lutto, perchè un colpo solo ad entrambi non troncava la vita? a che sorridermi propizio, e solo perchè più fatale seguisse la mia rovina, mentre rifiorìa la mia speranza, qui su questo petto stendermi trucidato colui per cui unicamente vivea? e quasi per saziare l'amorosa mia sete, darmi da bere il sangue delle sue vene?... Ahi sventura, sventura...
Vecchia megera esangue Che ti nascondi nel cappuccio nero, Io nelle vene ho sangue, Sangue di popolana ardente e fiero. Vive angosce calpesto, e pianti, ed ire, E movo all’avvenire. Voglio il lavor che indìa, E con nobile imper tutto governa. Il sogno e l’armonia, D’arte la giovinezza sempiterna; Riso d’azzurro e balsami di fiori, Astri, baci e splendori.
Lasciai le passïoni, che con succhio di tentacoli, ingorde, irte, contratte, vuotavano le mie vene scarlatte per gettarmi dei morti al sozzo mucchio: ma mi seguono esse, in false vesti, guardinghe, pronte per colpirmi al fianco, s’io vacilli, s’io dubiti, se stanco il capo in pianto io curvi, o il piede arresti.
Subzonzi da poi esser stato a la presentia nostra i mexi passati Isach hebreo medicho et ambassador del prefacto illustrissimo signor, che vene per la via di Caffa e molto fo longo e tardo el venir suo per le difficolt
Fu baleno d'inferno, e Mammone penetrò nelle vene del giovane con tutti i suoi veleni. Da quella sera in poi sedè continuo intorno al tappeto verde...
Quando la gente sappia... Oh no, per Dio!... La gente non ha da saper nulla. Tutto questo deve rimaner sepolto fra di noi. Lo voglio ad ogni modo... E di resistere alle sue provocazioni no, non me ne sento la virtù. Per quanto ti promettessi, sotto un suo insulto, giuro al cielo! il sangue mi bollirebbe nelle vene... e... e forse mi perderesti tu stessa la stima, se così non fosse.
63 Fra l'Adice e la Brenta a piè de' colli ch'al troiano Antenòr piacqueno tanto, con le sulfuree vene e rivi molli, con lieti solchi e prati ameni a canto, che con l'alta Ida volentier mutolli, col sospirato Ascanio e caro Xanto, a parturir verr
La sposina lo ama, lo invita al pianoforte o alla lettura in due o alle intime delizie dell'amore; ed egli la lascia fare; ma a un tratto sbadiglia, sbadiglia a lussarsi le mascelle e ad ogni sbadiglio cade una doccia ghiacciata sul cuore della povera sua compagna, che invano tenta di convertire un'oca in un'aquila o di stillare del sangue caldo nelle vene di un rospo.
Come la carne gloriosa e santa fia rivestita, la nostra persona piu` grata fia per esser tutta quanta; per che s'accrescera` cio` che ne dona di gratuito lume il sommo bene, lume ch'a lui veder ne condiziona; onde la vision crescer convene, crescer l'ardor che di quella s'accende, crescer lo raggio che da esso vene.
Non senti che io ne muoio?... Simile io sono alle cagne raucamente ululanti che si stringono intorno i loro piccoli, in fondo ai crepuscoli invernali, davanti al mare, ai suoi clamori ed alle sue sataniche devastazioni!... Oh! gli artigli delle mie dita!... Poichè t'amo, infatti, come una cagna ama i suoi piccoli!... Sì!... Io, ti partorii!... Io, senza posa ti partorisco ne' miei baci felini!... Ti trassi dalle mie viscere, ed ho per te il delirio terribile d'una madre, cui si lacerano i fianchi quando tu trasalisci graziosa e turbolenta nel mio abbraccio!... Oh Giulia mia!... Tu che passi nelle mie vene boccheggianti, come un tizzone che faccia ustioni di miele!...
Parola Del Giorno
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