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Aggiornato: 20 giugno 2025


E fatta questa filosofica considerazione, si sentì tornare il sangue nelle vene; guardò tutti in giro i convitati, e ripulitasi graziosamente la bocca col dosso della mano, uscì in questo discorso: Le Signorie Loro mi compatiranno. Io non ho pratica di galateo.

Quando sento fra orrende, avide spire Nel tenebror dibattersi la mente, E la virtù possente Che m’infiamma le vene è per morire, Ti guardo, o Madre.

Quello infinito e ineffabil bene che la` su` e`, cosi` corre ad amore com'a lucido corpo raggio vene. Tanto si da` quanto trova d'ardore; si` che, quantunque carita` si stende, cresce sovr'essa l'etterno valore. E quanta gente piu` la` su` s'intende, piu` v'e` da bene amare, e piu` vi s'ama, e come specchio l'uno a l'altro rende.

«La fascia era male messa, e il sangue....» Beltramo che avea fatto un passo tornò indietro: «il sangueripetè sbadatamente, e soggiunse: «Cagnazzo, tira per me, che ora non posso.» «Il sangue del mio corpo quasi che tutto fuggì dalle vene lacerate, ed io mi muoio: vedi!» E si scoperse: miserabile spettacolo! diguazzava dentro un lago di sangue. «Tredici!

Roberto si assise incrociando le braccia sul petto, l'altro continuò: In tante battaglie ho sparso il sangue per te, messer conte, e quando quel sangue se ne andava al diavolo giù per le vene io zuffolava un'aria di caccia.

Un braccio usciva fuori delle coperte, nudo, scarno, con grossi rilievi di vene simili alle gonfiezze delle varici. La mano adunca teneva un lembo del lenzuolo, per abitudine di prendere.

I capelli delle tempie erano quasi tutti incanutiti; sul viso scarnito e soffuso d'un lividore malsano le occhiaie si erano gonfiate d'umore, come negl'infermi di nefrite; i solchi delle rughe erano più profondi, le vene temporali più turgide e serpiginose. Bisognava domandargli: «Soffri?

Ma quel mattino, la natura pareva sorridermi consolatrice e la luce rinfrescarmi, quasi benedizione, la vita nelle stanche vene. E il primo pensiero che mi balenò innanzi alla mente fu: questa tua è una tentazione dell'egoismo: tu fraintendi la Vita.

Concettella ritornò a Napoli lo spirito smarrito e colpito da mille presentimenti. Sognava, vegliando, bagno, prigione, coltelli, ghigliotina, sangue, aveva un tremore continuo: il brivido circolava nelle sue vene. Arrivò a Napoli a mezzodì e corse a casa per trovare nella conversazione di Don Diego una diversione al suo delirio interno. Don Diego era uscito. L'aspettò con ansiet

La tua tenera bocca m'incatena tutta... Lascia ch'io sciolga il mio velo e meglio potrai carezzare, come tu voglia, la mia carne che è tua!... Nulla aspetto da Dio, dalle Stelle, poichè tu m'ami!... Ti sento... ti bacio, e le mie labbra s'addormono sognando fra le tue labbra, e mi restano per sempre nelle vene i tuoi baci... La mia voce.

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