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Rivaleggiano con questa, senza vincerla, altre portantine, dove la profusione degli ornati, congiunta alla gaiezza delle figure simboliche, inebbriatisi al profumo dei fiori onde s’inghirlandano, è tutta gaiezza d’arte. Dentro, altre bellezze, altre eleganze.

Le statue gaginesche del coro le ha piantate innanzi queste cupole, e, sopravvanzandogliene, le ha messe a fianco delle incoronazioni di Vittorio Amedeo e di Carlo III, sotto il portico! C’era.... c’era tutto un tesoro d’arte siculo-normanna e non ha avuto ritegno di sfigurarlo, disperdendone le parti più belle!

e a quel mezzo, con le penne sparte, vid’ io più di mille angeli festanti, ciascun distinto di fulgore e d’arte. Vidi a lor giochi quivi e a lor canti ridere una bellezza, che letizia era ne li occhi a tutti li altri santi; e s’io avessi in dir tanta divizia quanta ad imaginar, non ardirei lo minimo tentar di sua delizia.

Le dispensatrici d’amore, quelle che posero ingegno ed anima nel raffinare la tepida gioia della procreazione, quelle che fecero de’ propri nervi uno strumento complicato e mirabile, quelle che superarono il loro natural destino e patirono la bellezza dell’amore come la bellezza di un’opera d’arte, non sentirono mai, anzi rifiutarono, il bisogno di perdere stesse in un’altra vita.

Spiccata la differenza di vita e di natura, di storia e d’arte in questa variopinta Conca d’oro! A destra tutto parla del passato; a sinistra tutto brilla del presente; l

Gli faceva ammirare i monumenti, le opere d’arte, le chiese, i palazzi, i canali, e fino le casupole, e gli spiegava la storia locale.

Mario Clelia! Clelia Mario Clelia Mi lasci proprio adesso? Mario Clelia Lasciami vedere.... Mario È una testina: pare il ritratto d’una scimmia. Ma ho appuntamento con la cima degli imbroglioni: un mezzano d’arte apocrifa. E, perbacco, oggi stesso quello mi far

Il falcone, con la mansuetudine di tutti i suoi pari, quando siano manieri, e stati da gran pezza a scuola sotto un buon maestro d’arte aucuparia, raffermò con moti quasi soavi le palpebre, si lasciò incappellare come un membro della confraternita della Morte, e coi geti annodati ai piedi si pose chetamente sul bastone a dormire.

e a quel mezzo, con le penne sparte, vid’ io più di mille angeli festanti, ciascun distinto di fulgore e d’arte. Vidi a lor giochi quivi e a lor canti ridere una bellezza, che letizia era ne li occhi a tutti li altri santi; e s’io avessi in dir tanta divizia quanta ad imaginar, non ardirei lo minimo tentar di sua delizia.

L’una era d’oro e l’altra era d’argento; pria con la bianca e poscia con la gialla fece a la porta , ch’i’ fu’ contento. «Quandunque l’una d’este chiavi falla, che non si volga dritta per la toppa», diss’ elli a noi, «non s’apre questa calla. Più cara è l’una; ma l’altra vuol troppa d’arte e d’ingegno avanti che diserri, perch’ ella è quella che ’l nodo digroppa.