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Aggiornato: 14 giugno 2025
In altri tempi la Montalda doveva essere stata una bella dimora, ma sempre di molto severa apparenza. E assai più severa, quasi selvaggia, appariva allora agli occhi di Lorenzo Salvani, a cagione della lunga trascuranza de' suoi signori, e dello squallore che sempre tien dietro alla solitudine. Le persiane tutte chiuse, mostravano per due ordini il loro verde sbiadito; anche la tinta giallognola della facciata, qua e l
Passava tre ore ogni mattina allo specchio, e la cosa era risaputa da tutti. Si diceva qualche volta di lui: Oh Dio! Come è bello! Se non avesse quei pizzi biondi e quei baffettini, che cosa stupenda! Con quegli occhi azzurri, con quella tinta di cera vergine sul viso, si direbbe una donna, una bellissima donna, russa o svedese.
Angiolo! gridò il signor Basilio. Ma Angiolo ai suoi sguardi pareva fosse addivenuto un'altra creatura; la fittizia tinta del suo volto era sparita. Il signor Basilio aveva pur troppo dinanzi la sventurata orfanella, colei che aveva cacciata nel vituperio; il tardo rimorso lo lacerava.
«Oh! sclamò Tecla, che era ancora sotto il pergolato col crocchio di donne; e rimase, vedendo apparire Giuliano, colle braccia tese verso l'arco, tinta nel viso di quel roseo, che si vede improvviso diffondersi sulle guance a qualche giovane morente, e pare il principio di un'aurora più bella. Le donne non ebbero tempo di levarsi in piedi, e gi
Ma la pallida consigliera gli tappò la bocca con queste parole: Ritardare qualche volta è impedire. E Giusto, il quale non desiderava altro, si diè vinto. Cristina, curvandosi a baciare le labbra che avevano profferito parole di evangelo amoroso, mormorò qualche cosa che Giusto cominciò intendere appena, quando vide la faccia pallidina di Nina tinta d'un lieve rossore.
Il parroco avea i capelli bianchi, Tobia era calvo e stecchito, il farmacista aveva le rughe, il medico s'era fatto floscio e panciuto; la signora Pasquetta sola era ringiovanita, il bruno de' suoi capelli aveva acquistata una tinta così intensa, che in qualche sito si fondeva sulla pelle.
Di repente sul volto di Drollino si operò un mutamento. I tratti s'affilarono, informandosi sulle ossa, che parvero avanzarsi sotto la pelle e sporgersi con un più marcato rilievo. Il volto assunse una tinta grigiastra, d'una trasparenza perlacea, e sotto alla quale s'accusava, sotto un lividore quasi violaceo, il colore di un frutto troppo maturo che, toccato, si ammacca.
Eccovi la tinta di carboni, tingete la faccia del pazzo e vestitelo de' panni di costei; ma presto entriamo, ché veggio il dottore e Panfago e di lá spunta FILIGENIO. Fate presto e fuggite per la porta di dietro.
Andiamo avanti, che qui c'è troppo sudiciume, diceva Elvira, ma i ragazzi si divertivano nel vedere tutto quelle pozzanghere rosse, verdi, violette, quelle acque di tutti i colori che correvano in appositi canaletti e poi andavano a finire in un fosso, che le conduceva nel torrente. Ora capisco, disse Carlo, perchè qualche volta si vede l'acqua tinta di vari colori.
Ogni pietra di Venezia è degna d’osservazione, è una memoria famosa o una pennellata pittoresca; la tinta ardita di una insigne tavolozza.
Parola Del Giorno
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