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Aggiornato: 16 maggio 2025
Eppure, riprendeva il signor Nicola, quella cattiva lingua di Tobia pretende che abbiate degli interessi al mulino.... e siate infarinato a dovere!... Ahimè, povero Zaccheo!... replicava il dottore levandosi il cappello, e simulando colle dita sulla testa certi ornamenti animaleschi, che facevano arrossire la signora Pasquetta fino al bianco degli occhi.
L'eroe, tradito nell'onore, immerge la spada fino all'elsa nel cuore dei traditori!... La signora Pasquetta diede un guizzo dal raccapriccio, ma uno sguardo rassicurante del farmacista parve calmarla.... Il pubblico rideva sempre di più. Avete ragione di ridere, continuava il dottore, i mariti ignoranti non sono fatti per la tragedia, ma per la commedia.
Tobia la guardava impassibile sulla porta, il medico uscì mettendosi le mani nei capelli, e la signora Pasquetta si precipitò nelle braccia del farmacista, che procurava invano di calmarla....
La signora Pasquetta venne congedata con promessa formale di accomodamento, prima però che si fosse nulla deciso intorno al partito da prendersi, raccomandandole caldamente di evitare nuovi scandali, di lasciare che suo marito si recasse all'indomani al suo posto, ed ella confidasse in loro.
Una domenica, dopo la messa solenne, i parrocchiani usciti di chiesa s'intrattennero sul piazzale in conversari amichevoli. Gaspare il farmacista si avvicinò alla signora Pasquetta, e mentre il dottore scambiava una presa di tabacco con un cliente, io udii la signora che diceva sotto voce all'amico: Questa sera fanno il tarocco in casa Bruni.... io sarò sola.... A rivederci.... l'altro rispose.
Io precedeva la comitiva insieme con l'Agata, poco dopo seguiva il signor Nicola colla signora Pasquetta, ed ultimi il dottore colla signora Giovanna. Bitto andava avanti e indietro, su e giù per l'erta, come sogliono fare i cani... e gl'innamorati. Il sole, dardeggiando i suoi ultimi raggi dietro la montagna, tingeva di porpora e d'oro le nuvolette increspate che vagavano pel firmamento.
Per attendere l'ora del pranzo si misero a giuocare alle carte su due tavolini: il dottore ed il parroco dirimpetto al farmacista e all'organista; la signora Pasquetta col signor Nicola a fronte della signora Giovanna e del giovane allievo del farmacista, che aveva servito di secondo padrino al dottore.
Oh Dio!... Oh Dio!... vogliono assassinare mio marito!... si mise a gridare la signora Pasquetta, che fino a quel momento aveva assistito a quella scena, muta e sbalordita... Oh Dio! Gaspare... per amore del cielo... oh Tobia!.. calmateli, fate la pace....
O mondaccio perverso! è stato sempre così!... una partita di tarocco! Epoca del ferro o della carta, c'entrarono sempre le coppe e le spade, e i mariti dabbene, e le notti buie, e i capitani di ventura, e gli speziali. Da Eva alla sora Pasquetta le donne furono sempre tentate dal serpente e dal pomo.
La signora Pasquetta diventò pallida, il farmacista si fece rosso, il pubblico non osava fiatare, e il dottore imperturbabile proseguì: Per me dichiaro apertamente che Lucchino Visconti non merita gli onori della tragedia, la quale non deve occuparsi che degli eroi... o degli scellerati, e lasciar da banda i minchioni.
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