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Aggiornato: 18 giugno 2025
Pascean su 'l limitare i palafreni meravigliosi, li émuli de 'l vento: battean la lunga coda in moto lento a la coscia, e nitrían per li alti fieni. Giunse Amadigi a l'antro solitario, tutto de l'armi splendide vestito; e tre volte suonò, ne 'l muto orrore. Quindi, rompendo il magico velario che l'edera tessea, con quell'ardito gesto egli prese ad Orïana il cuore.
Un giorno egli passeggiava solitario, assorto presso a poco in questo soliloquio: «Sono felicissimo d'esser lontano e libero, questa vita mi aggrada assai, ma la è monotona e non come me l'aspettavo. Bisogner
La vita di tali donne da quest’epoca cominciò con non essere più richiusa al fondo di un quartiere solitario, e si videro apparire nelle passeggiate ed agli spettacoli, queste etere che arrivavano fino a portare nome dei loro protettori.
Nel silenzio della notte, sul letto solitario, cercò invano di trovare cosa che lo acquietasse, e gli pareva di camminare tentoni in luogo tenebroso, pel quale più si avvolgeva, più si smarriva. La mattina quando si risvegliò, si avvide di avere una carta nella mano destra; onde maravigliato del caso si accosta alla finestra, e al barlume del crepuscolo legge: Rammentatevi di vostro padre.
Solitario ed in mezzo alla frescura D'alte piante, tra verdi prati eretto, Da una profonda fossa è ancor protetto E d'acqua ha ancora una larga cintura. Ma il ponte levatoio è fisso ormai, E aperta sta la sala allegra e vasta Dove non giunge il mugghiar del vento. E ne sembra il castello, allor che i rai Vibran del sol che la torre sovrasta, Gioiel di pietra legato in argento.
«L'Amore! l'Amore in questo quadro non è un giovinetto nume, radioso e ridente, coronato di rose e di passione. No. L'Amore è una figura austera, e triste, e solitaria... Oh, caro Selvaggio, io so quanto triste, e quanto solitario tu sei! «Ma tu comprendimi e perdona! E di' addio. Addio a Nancy». E il Selvaggio comprese. E perdonò. E disse addio a Nancy.
Quando il solitario del Pioppino, incoraggiato da tutte le patti, scese al Castelletto a far visita all'illustre inferma si consolò tutto nel vedersi accolto con un sorriso di tenera bont
La girandola è scomparsa, una nuvola di fumo si dilegua lentamente sulla piazza del Popolo; le stelle splendono nuovamente nel cielo limpido e sereno e comincia dietro le piante del Pincio lo scoppio dei mortaretti, e dei petardi senza luce, quasi forieri di nuove apparizioni. Uno di questi ultimi scoppia dietro le sfingi di marmo, che stanno all'ingresso del Pincio, e mentre seguono ai colpi alcune scintille che salgono verso la nuvola di fumo, le sfingi cupe e misteriose sembrano esseri diabolici evocati dall'abisso. Ora un fuoco artificiale illumina la facciata di una chiesa gotica, o di un tempio, che sullo sfondo scuro dei pini assume l'aspetto di una creazione magica. Il tempio va scomparendo a poco a poco, ed allora scoppiano le bombe e si sprigionano razzi tinti in rosso, in violetto, in bianco, che si riversano in innumerevoli scintille, come pioggia di stelle. La piazza è continuamente illuminata da tutti questi serpenti di fuoco che salgono nell'aria, e in mezzo a questa luce, l'obelisco di Sesostri, dedicato un giorno al Sole nella lontana Eliopoli, sorge solitario offrendo alla vista i geroglifici della sua meravigliosa scrittura figurata. Le sfingi, l'obelisco orientale, i pini, i cipressi, le varie e molteplici statue del Pincio, le colonne rostrate, le fisonomie malinconiche degli schiavi daci col berretto frigio, Roma armata di lancia, e le tante altre immagini di marmo che ora compaiono, ora scompaiono in quella luce dubbia, sono un apparato eccellente, per produrre un effetto veramente magico. Tutto ad un tratto l'intera citt
Comprimario corre dietro a Tenore. Luogo solitario. Nel mezzo della scena un sasso di legno. A sinistra una grotta. Tenore solo. Oh ciel! quale splender sinistro Di faci? Ho ben inteso?... A me sul vento Un eco giunge di feral lamento.... Sancte Michael Sancte Gabriel Sancte Andrea Intercedite pro ea!
È un paese pieno di bellezza selvaggia, solitario come un deserto, silenzioso come un ghiacciaio, che rappresenta alla fantasia come una visione di pianeta disabitato, e desta un senso misto di tristezza e di paura.
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