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Aggiornato: 7 ottobre 2025


Splendeva alla sua destra, Su un tavolo, una lampada. La vicina finestra Tormentava il lucignolo con buffi violenti, Di profumi campestri söavemente olenti.

mai con altri supplici Sorgea la prece mia, Ed il desìo del tempio La pace a me rapìa! Mi si pingeano i fervidi Religïosi incanti, Le grazie che sfavillano D'in sugli altari santi: E di Davidde i gemiti, E gli avvivanti lumi, E le armonie dell'organo, E i mistici profumi, E l'ineffabil agape, Ove il Signore istesso Pasce e solleva ad inclite Speranze l'uomo oppresso.

Sui rugiadosi margini, mentre cadeva il sole, Nelle ebbrezze del polline cantavan le viole; Cantavano con note di profumi, E cantavano il maggio; E tremolanti sui roridi dumi Diceano: Il nostro è il più gentil linguaggio!

Scena muta e inarcamento di ciglia! Il conte Gualandi, primo, credette di vedere il cielo che si apriva, per rovesciargli addosso un nembo di fiori e di profumi; il signor Prospero ricordò il polo artico e l'equatore, che gli parvero una cosa da nulla al confronto di quella volata improvvisa; il cavaliere sottoprefetto vide a dirittura un abisso, in cui si sprofondava la sua commenda e la sua prefettura.

Ti avevo vista una sera, tempo fa, non so dove, e da allora ansioso aspettavo... La Notte, gonfia di stelle e di profumi azzurrini, su di me illanguidiva la sua nudit

Il cielo era puro, le acque trasparenti come cristallo, l’aria tiepida e fragrante di profumi silvestri; tutto ciò che vedevano, tutto ciò che sentivano, era un incantesimo lieto.

Che prodigi di natura! Che profumi di giardini.... Nel pensiero dei meschini! Che romane orgie evocate Dalle femmine eccitate! Salve!... Salve!... Questo popolo, Che stropiccia i corridoi, È di re un'augusta accolita! È un manipolo d'eroi! Sono artefici immortali! Sono duci e generali! Sono menti sovrumane! Son duchesse e cortigiane! Questo giovane, che medita, È un sapiente... che sa nulla!

Qui la vegetazione è libera, le piante crescono invadendo il regno dell'aria coi robusti polloni e penetrando la terra con le grosse radici: i rami si dividono, si moltiplicano, s'intrecciano allegramente. Le fronde salgono, scendono, fanno capolino dappertutto; sono brune in cima, pallide al basso, e presentano tutte le più delicate tinte del verde, da quello opalino, trasparente, aereo, sino al vigoroso e forte che quasi sembra nero. Il sole manda negli interstizi certi raggi sottili sottili che paiono capelli biondi luminosi, getta in terra tanti cerchietti lucidi che sono la sua piccola e ridente immagine; la luce è buona, la luce è soave nel bosco. Malgrado la stagione avanzata spuntano ancora gli anemoni, protetti dalla frescura, e le lucertoline brillanti schizzano tra le alte erbe i sentieri non sembrano tracciati, vi sono labirinti, crocicchi, salite, discese; ogni tanto un vano azzurro che si allarga, si allarga: è la pianura inondata di luce; è scomparsa, ecco il bosco un'altra volta. Il bosco sorride, parla, canta: si odono dintorno lievi sospiri di benessere, voci indistinte e vaghe, confusi mormorii che sembrano parole di gioia balbettate da labbra infantili. Giungono odori forti e sani, leggermente aspri: sono i profumi energici di quegli alberi vigorosi, è lo scoppio della loro gioventù, è il succhio impetuoso di vita che sale in essi e rompe la corteccia. Calma meravigliosa in tanta vitalit

Giovenale in una sua satira, ci presenta una madre di famiglia che aspetta la notte per recarsi ai bagni con tutto il fardello di pomate e di profumi: «Tutto il suo godimento consiste a sudare con grande emozione quando le sue braccia cadono rotte sotto la vigorosa mano che la massa, quando il bagnino animato da questo esercizio fa trasalire sotto le sue dita l’organo del piacere, e scricchiolar le reni della matrona».

La composizione degli olii odoriferi, degli unguenti e dei profumi sia per uso profano come pel servizio religioso; esigeva un’arte particolare che noi troviamo gi

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