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I vetri erano chiusi e Giorgio coi piedi più alti del capo in una postura ultramericana, teneva un libro alla mano, la cui lettura però sembrava interessarlo mediocremente, poichè di tratto in tratto gettava uno sguardo indagatore tra gli interstizi delle cortine di mussola bianca, come volesse spiare qualcosa dalla parte opposta della via.

Leggiero , l'unico compagno, gli rimaneva, spiando tra gli interstizi degli steli i maledetti bracchi che cercavano preda di sangue. Cicerovacchio, Bassi e nove compagni che avevano prese direzioni diverse per sfuggire al nemico, perché così erano d'intesa con me, furono arrestati tutti dagli Austriaci e fucilati come cani.

Qui la vegetazione è libera, le piante crescono invadendo il regno dell'aria coi robusti polloni e penetrando la terra con le grosse radici: i rami si dividono, si moltiplicano, s'intrecciano allegramente. Le fronde salgono, scendono, fanno capolino dappertutto; sono brune in cima, pallide al basso, e presentano tutte le più delicate tinte del verde, da quello opalino, trasparente, aereo, sino al vigoroso e forte che quasi sembra nero. Il sole manda negli interstizi certi raggi sottili sottili che paiono capelli biondi luminosi, getta in terra tanti cerchietti lucidi che sono la sua piccola e ridente immagine; la luce è buona, la luce è soave nel bosco. Malgrado la stagione avanzata spuntano ancora gli anemoni, protetti dalla frescura, e le lucertoline brillanti schizzano tra le alte erbe i sentieri non sembrano tracciati, vi sono labirinti, crocicchi, salite, discese; ogni tanto un vano azzurro che si allarga, si allarga: è la pianura inondata di luce; è scomparsa, ecco il bosco un'altra volta. Il bosco sorride, parla, canta: si odono dintorno lievi sospiri di benessere, voci indistinte e vaghe, confusi mormorii che sembrano parole di gioia balbettate da labbra infantili. Giungono odori forti e sani, leggermente aspri: sono i profumi energici di quegli alberi vigorosi, è lo scoppio della loro gioventù, è il succhio impetuoso di vita che sale in essi e rompe la corteccia. Calma meravigliosa in tanta vitalit

Entrò nella grotta, senza ferirsi traverso gli spini. E i più vicini videro la sua mano bianca toccare la rupe arida, ov’era una fontana suggellata. D’improvviso un rivolo brillò. Dagli interstizi della roccia si vide scaturire il filo argenteo, la polla gorgogliante, il nastro tortuoso, che scivolò per il pendio della caverna e si mise a gemere sotto il cespuglio de’ caprifogli e degli spini.