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Prima che questo, il lupo, il leon, l'orso venga, e la tigre e ogn'altra fera brava, di cui l'ugna mi stracci, e franga il morso; e morta mi strascini alla sua cava. Così dicendo, le mani si caccia ne' capei d'oro, e a chiocca a chiocca straccia.

Il segreto amplesso del passato e del futuro nella stessa coscienza si rivela a coloro che tutto il passato hanno vissuto, sudato, pianto, baciato, morso e masticato e che vogliono fra le carezze o le gomitate della morte vivere, baciare, masticare e soffrire il loro futuro.

E senza attendere risposta veruna, applicò le sue labbra sulle labbra della cugina, vi depose un bacio che alla giovane donna sembrò un morso ed uscì precipitosamente, senza voltarsi. Vitaliana restò come annientata. Il duca correva sul lastrico di Parigi, portando via i diamanti di sua moglie. Il duca di Balbek. Il duca di Balbek era guardia del corpo.

Il piccino le rispose: Mi ha morso il cane.... Subito dopo si sentì gridare: Badate! Badate! Il cane è idrofobo! Il giardiniere gli aveva spaccato il cranio con un colpo di bastone. Ma il povero ragazzo mostrava il braccio nudo, sanguinante, e nessuno sapeva trovar modo di soccorrerlo. Allora suor Carmelina, s'avanzò, pallidissima, ma senza il più piccolo tremito.

e non vidi gia` mai menare stregghia a ragazzo aspettato dal segnorso, ne' a colui che mal volontier vegghia, come ciascun menava spesso il morso de l'unghie sopra se' per la gran rabbia del pizzicor, che non ha piu` soccorso; e si` traevan giu` l'unghie la scabbia, come coltel di scardova le scaglie o d'altro pesce che piu` larghe l'abbia.

Morso; e forse di mezzo secolo si sarebbe ritardato per noi la conoscenza di monumenti, codici, lapidi, monete di quella dominazione che è tanta parte della storia di Sicilia dovuta all’Amari. ³⁶⁹ B. Lagumina, Il falso Codice arabo-siculo, in Archivio stor. sic., N. S., a. V, fasc. III-IV, pp. 233-314. Pal. 1881.

Come talor scagliosi il curvo dorso A salto, a salto se ne van delfini Terror portando col terribil morso Entro i minuti eserciti marini, Tal per diversa via volgendo il corso Sen van quei duo baron tra' Saracini Pur con le spade in man facendo audaci Il gi

Ma riparata appena la perdita di re Carlo, un'altra ne piombò sul governo di Napoli, non apposta come quella prima a cordoglio d'ambizione o fatiche di guerra. Allo scorcio di marzo, in Perugia, papa Martino, nimico fierissimo di Sicilia, morì, dicono alcuni, d'una scorpacciata d'anguille, che solea nudrir di latte e in vernaccia affogare: di che leggiadramente l'avea morso una satira del tempo , intitolata Primo principio de' mali, effigiando lui in manto e triregno, con una bandiera alla man destra, in segno delle attizzate guerre, e a sinistra un'anguilla ergentesi verso un augellino, che posato sulla mitra, reggendosi con le sparse ali s'inchinava a beccarla . Altri scrive, ben altramente di Martino . Ma i cardinali senza indugio, chè punto non ne pativano i tempi, rifean pontefice Giacomo de' Savelli, romano, non per anco sacerdote, attratto e invalido della persona, destro d'ingegno, procacciante l'util de' suoi più che l'altrui danno; il quale si nomò Onorio IV . Costui senza la prontezza ligia di Martino, tenne lo stesso metro, per l'antico disegno della romana corte. Avrebbe forse Onorio raffrenato il re di Napoli potente e ambizioso; dovea sostener adesso quel trono vacillante, che metteva in pericolo tutta la parte guelfa in Italia. Porse moneta dunque ad Artois ; confermò ai bisogni della guerra di Sicilia le decime delle chiese italiane ; raccomandò agli stranieri principi gli eredi di Carlo d'Angiò: e ne resta di lui una lettera a Ridolfo imperadore, perchè non contendesse il pagamento delle decime ecclesiastiche dei suoi dominî al re di Francia, gi

94 L'abito giovenil mosse la figlia di Stordilano, e Mandricardo a riso, vedendolo a colei che rassimiglia a un babuino, a un bertuccione in viso. Disegna il Saracin torle la briglia pel suo destriero, e riuscì l'aviso. Toltogli il morso, il palafren minaccia, gli grida, lo spaventa, e in fuga il caccia.

Allora rimasero nell’aia Ciávola, il Ristabilito, le oche e La Bravetta. Questi, pieno di vergogna, di rabbia, di confusione, con il palato ancora morso dalla perversit