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dentro, non gli lasciarono prender fiato, ma in due o tre, toltogli di mano il cappello, a viva forza lo trascinarono nel camerino, dove, tutti insieme, gli offrirono thè, vino, dolci e sigari.

Non uso a questi subiti italiani movimenti, sbigottì Carlo a veder mezza la penisola in romore per Corradino; la Sicilia perduta; la Puglia piena d'umori di ribellione; e Corradino, che per diffalta di danari era sostato dapprima a Verona, vincer sull'Arno, accrescersi in Roma pe' favori d'Arrigo di Castiglia, e, non curando scomuniche, minaccioso venire alla volta del regno con dieci migliaia di cavalli, e più numero di fanti, tra tedeschi, spagnuoli, italiani, e usciti di Puglia. tanta moltitudine avea Carlo in sull'armi; ma eran Francesi i più, e in migliore disciplina, e con altri capitani: ond'ei come animoso, testa ai confini. Presso a Tagliacozzo si pugnò, nel pian di San Valentino, a ventitrè agosto del sessantotto: ed era di Corradino la giornata, quando la terza schiera francese instrutta dal vecchio Alardo di Valery e da Guglielmo principe di Morea, diè dentro; e ruppe e mietè i disordinati per fidanza della vittoria. Presi i maggiori dell'esercito; scannata a frotte la plebe; nella quale trovando parecchi Romani, Carlo non fu contento della lor sola morte, in vendetta del toltogli uficio di senatore della citt

Il quale con gran peccato della fortuna non dopo molto tempo, toltogli lo Stato, si morí a Bologna; per la qual cosa e il fare il sepolcro e il porvi li mandati versi si rimase.

PANURGO. Ignoro per qual infausto numine gli venne nelle fauci un'angina e nella bocca quello apostèma, onde gli ha corrotto il fiato e toltogli la facoltá di poter ben alloquere. GERASTO. Facciamogli tagliar quello apostèma, che qui in Napoli abbiamo valenti uomini che lo san fare. MORFEO. Non è ma... matura, è acerba. Il vostro naso in... inco... inco... incomincia a sentir la puzza.

94 L'abito giovenil mosse la figlia di Stordilano, e Mandricardo a riso, vedendolo a colei che rassimiglia a un babuino, a un bertuccione in viso. Disegna il Saracin torle la briglia pel suo destriero, e riuscì l'aviso. Toltogli il morso, il palafren minaccia, gli grida, lo spaventa, e in fuga il caccia.

Albuino, che giá in Gallia era stato, ed era amico di Narsete, lasciata Ungheria a certi popoli vicini, li quali si chiamavano ávari, in Gallia con tutti i suoi maschi e femmine, piccoli e grandi, ne venne, e con la loro forza, e col consiglio e aiuto di Narsete, tutto il paese occuparono; e, toltogli il nome antico, da lo dinominarono Lombardia, il qual nome infino a' nostri persevera.