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Però dal mio Iesú se detto fiami giammai: Di poca fede, or perché dubiti? scusarmi non saprò, quando che siami concesso por le dita fin ai cubiti nel suo costato e trarvi 'l ben, che diami fidi pensieri e al vero creder subiti. Non lece dunque piú d'Egitto in gremio starsi, ma gir con Móse al certo premio.

Smarrita la fede che le guidava, precipitano, in balìa di subiti impulsi e dell'ira, d'abisso in abisso.

Altri, non sapendo darsi ragione dei subiti e continui rovesci toccati all'armi, riputate invincibili, della Francia, travolsero il proprio intelletto e l'altrui nel falso sistema storico che, nel secolo XVIII, attribuiva, duce Voltaire, i grandi eventi alle piccole cause: idearono tradimenti deliberati dove il tradimento non aveva scopo possibile e avrebbe infamato senza pro il traditore: mutarono in colpe premeditate, in disegni architettati da lungo, tra i nemici d'ogni libert

Io non vi rimprovero i subiti amori per casa Savoja. Se a voi, fautore di repubblica jeri, piace il giogo d'un re, sia: meglio è dirlo che tacerlo. Se alle nobili tradizioni, repubblicane tutte, del nostro popolo, voi anteponete le tradizioni d'una famiglia, la cui storia si libra perennemente fra le invasioni di due potenze straniere se alla libera, logica ed una espressione della coscienza nazionale parvi preferibile il complesso, artificiale viluppo, che chiamano monarchia costituzionale, un popolo imperfettamente rappresentato, una aristocrazia creata dacchè aristocrazia propriamente detta non esiste in Italia a incepparne sistematicamente la volont

che' Guiglielmo Borsiere, il qual si duole con noi per poco e va la` coi compagni, assai ne cruccia con le sue parole>>. <<La gente nuova e i subiti guadagni orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te, si` che tu gia` ten piagni>>. Cosi` gridai con la faccia levata; e i tre, che cio` inteser per risposta, guardar l'un l'altro com'al ver si guata.

Il Morone le avea consigliato di star presso al duca, come a costui aveva raccomandato di vegliare sulla di lei sicurezza. L'acuto lombardo, considerando di quanto aiuto esser potesse ai forti bisogni del duca l'ingente pensione pagata dal pontefice alla vedova del Baglione, per questo li volle ravvicinare. Siccome però dubitava fosse mai per sorgere da ciò qualche voce che offendesse la fama illibata della signora, così fra' que' leali Alemanni che circondavano lo Sforza diffuse il racconto dei lunghi patimenti subiti dalla Ginevra e come figlia del signore di Bologna e come consorte del tiranno di Perugia, narrò egli medesimo la simpatia profonda che prima di quel malaugurato matrimonio l'avea legata con Manfredo Palavicino, gentiluomo lombardo, e come in ultimo, per giovare alla patria e dar modo all'amico di collocarsi a tal posto dove gli fosse più agevole adoperarsi per essa, sebbene libera di per la morte del Baglione, pure avea fatto sacrifizio dell'immenso affetto che nutriva da si lungo tempo, concedendo ella medesima alle braccia d'altra consorte l'uomo che gi

LIDIA. Oimè, che subiti mutamenti son questi? questo è dunque l'amor che cosí caldamente dimostravate portarmi? CINTIA. Che mutamenti? che amor? io non so che vi dite. LIDIA. Non merita tali risposte quello che ho fatto per voi. CINTIA. Che cosa faceste voi per me mai? LIDIA. Eh, Cintio, non mi straziate piú di quello che sin qui fatto m'avete!

Tanto mi parver sùbiti e accorti e l’uno e l’altro coro a dicer «Amme!», che ben mostrar disio d’i corpi morti: forse non pur per lor, ma per le mamme, per li padri e per li altri che fuor cari anzi che fosser sempiterne fiamme. Ed ecco intorno, di chiarezza pari, nascere un lustro sopra quel che v’era, per guisa d’orizzonte che rischiari.

Tanto mi parver sùbiti e accorti e l’uno e l’altro coro a dicer «Amme!», che ben mostrar disio d’i corpi morti: forse non pur per lor, ma per le mamme, per li padri e per li altri che fuor cari anzi che fosser sempiterne fiamme. Ed ecco intorno, di chiarezza pari, nascere un lustro sopra quel che v’era, per guisa d’orizzonte che rischiari.

Questo procedere barbaro, che veniva principalmente a colpire donne e bambini giacenti nel sonno, inasprì i cittadini, che armati si fecero sotto al Castello e rispondevano al bombardamento prendendo a bersaglio i cannonieri nemici al grido «di viva l'Italia, viva il PiemonteQuelli del giorno 23 e della notte del 24 marzo furono i primi bombardamenti subiti da Brescia nel 1848.