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Forca, trova Mangone e digli che gli dono i cinquecento ducati e che la mia facoltá è tutta sua; e chiama Panfago e liberalo dalla prigionia. PIRINO. Chiama ancora Alessandro, ché venghi a riconciliarsi con mio padre e goder insieme con noi una commune allegrezza. FORCA. Farò quanto comandate. MELITEA. Forca mio, giá è tempo di riconoscerti de' piaceri ricevuti da te.

Ecco i ministri ch'alzano il sipario, e son piú di duemila giunti in scena... I ministri della repubblica di Venezia stipendiati e con la cieca facoltá di poter lucrare quegl'incerti, ch'essi sapevano procurarsi e far certi, erano un numero infinito. Una parte della storia della Marfisa è data dal G. stesso, un po' nella prefazione, un po' nelle Annotazioni.

E, perché l'alloro, come davanti avemo mostrato, è quello albero, le cui frondi testimoniano nella coronazione la facoltá del poeta, meritamente possiamo dire, l'alloro dalla donna veduto significare e la disposizione del cielo nella nativitá futura di Dante, e la precipua affezione e studio di colui che nascere dovea, come chiaramente n'ha dimostrato quello che appresso la nativitá di Dante è seguito.

PANURGO. Ignoro per qual infausto numine gli venne nelle fauci un'angina e nella bocca quello apostèma, onde gli ha corrotto il fiato e toltogli la facoltá di poter ben alloquere. GERASTO. Facciamogli tagliar quello apostèma, che qui in Napoli abbiamo valenti uomini che lo san fare. MORFEO. Non è ma... matura, è acerba. Il vostro naso in... inco... inco... incomincia a sentir la puzza.

Le forme ch'ella assume non costituiscono la di lei essenza, ma solo contribuiscono occasionalmente a dare effetto alle di lei intenzioni. Però fino a tanto ch'ella non esce dell'instituto suo, non v'ha muso d'uomo che di propria facoltá le abbia a dettare restrizioni su questo punto del tramischiare le forme elementari.

Il cristianesimo angustiò sommamente la libertá fantastica de' poeti a paragone della religione dei gentili, che non aveva un fondatore, non dogmi scritti, non regole di fede, ma, figlia tutta della immaginazione e del caso, lasciava a' greci la facoltá di adornarla tratto tratto di nuove storie e di nuove fantasie.

Eppure, cosí positive come sono, cosí appoggiate alla facoltá del ragionar forte, elle sembrerebbero aver dovuto essere simpatiche al genio romano. Ma il fatto sta, che tal genio non era a nessuna contemplazione, nemmeno questa; era tutto alla vita attiva politica, finché fu conceduta. E cosí è, che dell'arti quasi niuna fu coltivata felicemente da' romani repubblicani.

Egli vorrebbe condurre gli uomini ad un grado eminente di virtú civile e di prosperitá domestica mediante un esercizio maggiore delle loro facoltá intellettuali. Le massime filosofiche, i raziocini, gli esempi dimostrativi sparsi nel discorso sono tali da manifestar sempre l'onestá sincera dell'oratore.

Il che poi, sol che si potessero far correr davvero e sufficientemente le ragioni, sarebbe forse piú facile in Italia che altrove; perché, tra tutti i vizi acquistati, ella serba indestruttibili, e prime forse del mondo, le sue facoltá, le sue virtú intellettuali.

SINESIO. ... E sapete che non ho altro figlio che Erasto, e toltone una picciol parte che darò a Lidia, le restanti mie facoltá seranno di Erasto. Le sue qualitá non bisogna che le dica, ché giá la fama con onorato grido n'ha ripiene l'orecchie di tutta la cittá..... PEDOFILO. Niuno ve ne dice il contrario.