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Aggiornato: 18 giugno 2025
La scena era questa, semplice e spaventosa: davanti alla porta, un carro funebre, dai cavalli con gualdrappa e pennacchi neri sulla testa; un po' indietro, sopra una carrozza a quattro posti, scoperta, infinite corone di fiori freschi, ricche di nastri e di dediche affettuose; poi tre vetture a due cavalli, nere, dalla sagoma antica e dal cocchiere in parrucca e in tricorno, quelle tetre vetture con le molle ondeggianti che tentennano quasi navi in burrasca; poi uno stuolo d'uomini e donne, ora in gruppo, che al momento opportuno si sarebbe allungato come un nastro umano; raccolti e silenziosi varî servi in livrea, portando i ceri; e distanziato da tutti un manipolo di beghine e di prefiche venute per accattar la candela; in ultimo, cinque o sei carrozze padronali e una dozzina da nolo....
Intanto Fiola, visto che ebbe il marito addormentato nel profondo sonno della stanchezza, consegnò due lenzuoli di tela finissima alla piú fida delle sue donne, che andasse a distenderli su ’l molle letticciolo composto entro una casupola in fondo al giardino per riposarvi nel tempo piú caldo; ed essa corse a socchiudere la porta dalla quale doveva entrare l’amante. Ascoltò: nessuno. Allora dalle aiuole e dalle macchie si die’ a raccogliere le piú belle rose e strappandone i gambi riponeva le corolle e i petali freschi in un cestello che recava al braccio: anche vi metteva fragranti vainiglie e gelsomini, e quando il cestello fu colmo lo porse alla fante e le disse:
L'aria ha una tenerezza di carne sana spalmata di salsedine. Il promontorio di Posillipo sembra oscillare sulle sue palafitte di riflessi. Bevo nella bocca molle viva instancabile di Bianca tutto l'ardore contenuto il languore mortale e gli abbandoni del golfo profumato che si sdraia nella notte smisuratamente affettuosa, dove i soffi del vento si sollevano come coltri sudate.
L'energia slava della testa spiccava maravigliosamente su quel piedestallo di trapunto e sullo sfondo di cuoio cesellato della tappezzeria. La Baronessa sedeva, molto allungata, su una poltrona, con un braccio penzolone. Fumava una sigaretta di tabacco orientale ed un molle sorriso sfiorava, tra le fresche gote carnose, le tumide e rosse sue labbra.
Volgendosi a RAIMONDO, con la tazza del caffè e le piccole molle dello zucchero che tien sospese su la tazza. Quanti pezzi, colonnello? Niente "cognata" ma niente "colonnello". Gi
Questa isoletta intorno ad imo ad imo, la` giu` cola` dove la batte l'onda, porta di giunchi sovra 'l molle limo; null'altra pianta che facesse fronda o indurasse, vi puote aver vita, pero` ch'a le percosse non seconda. Poscia non sia di qua vostra reddita; lo sol vi mosterra`, che surge omai, prendere il monte a piu` lieve salita>>.
Cadd'ella sì, ma non di fiori e d'erbe Guancial trovò sul molle suol proteso, Nè le miti verbene e le superbe Rose andâr liete del vergineo peso: Ben ei l'amante Pellegrin le acerbe Forme accoglie su'l petto ansio ed acceso, E gli spiriti erranti in su le chete Labbra le avviva, e geme, e le ripete: Amiam, fanciulla, amiam: sia piano o monte, Sia valle o mar, vivrem l'un l'altro appresso; Non v'è serto miglior d'un bacio in fronte, Non v'è laccio miglior d'un primo amplesso; Ci specchierem dentro a la stessa fonte, Sognar potrem sovra il guanciale istesso; Come ad olmo consorte edera o vite L'alme unirem sovra a le bocche unite.
Certo che disconviene ad una anima bella come la vostra l'esser sitibonda e ingorda dell'altrui sangue. LIDIA. Giá penso che sia diventata molle quella dura durezza che sí gran tempo è stata d'intorno al durissimo vostro cuore, e mossasi a pietá della mia fede, la qual omai meritarebbe d'esser riconosciuta da voi.
Due mani d’acqua di calce tanto alla stanza nuziale che alla cucina, si fecero scardassare i materassi dell’immenso letto di matrimonio della famiglia, riempiere di cartocci nuovi il saccone, rinnovare le penne della coltrice, mettere due cortine bianche di cambrich ai balconi della camera degli sposi, lustrare a nuovo i mobili, lavare i pavimenti e le scale, ordinare la batteria di cucina, stagnare i rami e fregarli a fondo, strofinare gli alari, la catena, la paletta, le molle; infatti un bucato universale, un ripulimento memorabile, da poterlo citare all’occasione, dicendo per esempio: quel mobile è stato ripulito all’epoca del matrimonio di Andrea.
13 Sotto quel sta, quasi fra due vallette, la bocca sparsa di natio cinabro; quivi due filze son di perle elette, che chiude ed apre un bello e dolce labro: quindi escon le cortesi parolette da render molle ogni cor rozzo e scabro; quivi si forma quel suave riso, ch'apre a sua posta in terra il paradiso.
Parola Del Giorno
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