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Aggiornato: 8 maggio 2025
Ne i boschi e su le immote alpi lontane ogni soffio di vita sembra spento: sotto il bianco lenzuolo è un sognar lento di piante, d’erbe e di tristezze umane. Qui, nel camino, ardon le fiamme a spire: tu mi sorridi: io penso, amico mio, che dolcezza ha in quest’ora il nostro nido. Cerco il tuo labbro che non sa mentire, mi stringo al cor che non conosce oblìo, m’abbandono tremante al petto fido.
"Ma dunque," esclamai; "questo gran nome dell'Alhambra non è che una delle solite iperbolaccie ciarlatanesche dei poeti! Io, l'Europa, il mondo, siamo indegnamente corbellati! E valeva la pena di sognar l'Alhambra per trecento sessantacinque notti di seguito, per venir poi a vedere un gruppo di catapecchie con qualche colonna mozza e qualche iscrizione affumicata?"
Cadd'ella sì, ma non di fiori e d'erbe Guancial trovò sul molle suol proteso, Nè le miti verbene e le superbe Rose andâr liete del vergineo peso: Ben ei l'amante Pellegrin le acerbe Forme accoglie su'l petto ansio ed acceso, E gli spiriti erranti in su le chete Labbra le avviva, e geme, e le ripete: Amiam, fanciulla, amiam: sia piano o monte, Sia valle o mar, vivrem l'un l'altro appresso; Non v'è serto miglior d'un bacio in fronte, Non v'è laccio miglior d'un primo amplesso; Ci specchierem dentro a la stessa fonte, Sognar potrem sovra il guanciale istesso; Come ad olmo consorte edera o vite L'alme unirem sovra a le bocche unite.
Amiam, fanciulla, amiam; sia piano o monte, Sia valle o mar, vivrem l'un l'altro appresso; Non v'è serto miglior d'un bacio in fronte, Non v'è laccio miglior d'un primo amplesso; Ci specchierem dentro a la stessa fonte, Sognar potrem sovra il guanciale istesso; Come ad olmo consorte edera o vite L'alme unirem sovra a le bocche unite!
Pur, così come a me t’abbranchi, o vita, troppo bella sei tu perch’io t’offenda. Ti benedico, o vita, per l’amore che mi negasti, per le chiare strade che mi chiudesti, per le sette spade con cui mi tormentasti carne e cuore: perchè altro amor più bello, altro sentiero più largo io sognar posso: e col fantasma che la speranza al desiderio plasma vincer la nuda aridit
Credo sognar, cerco fuggir, me stesso Fuggir che ognun, segno d'obbrobrio, addita; Ma batter sento in suon quadruplo e spesso Sul percorso terren l'ugna abborrita. Sorge il sole, e dinanzi, a fianco, appresso, L'ombra fatal veggio al mio corpo unita; Rizzar mi vo', ma star dritto non vaglio; Vo' domandar soccorso, e metto un raglio.
Ci avevano approntate al primo piano due camere da letto comunicanti, un salottino e una specie di studio colla scrivania, dove avrei potuto sognar di lavorare; luce e fiori dappertutto, la quale particolarit
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