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Aggiornato: 2 giugno 2025


La principessa Bianca è bellissima. Non vi è dunque nulla da stupire che la si dimandi in matrimonio, e che perfino dei pretendenti slombati ed affranti si mettano su i ranghi. Un cavaliere di compagnia che avesse dello spirito potrebbe, in una situazione simile, far molta via. Gli è un gironzare questo? L'è peggio che un gironzare: l'è un affondarsi.

Un altro Sermone dello stesso anno 1804 fu diretto ad un autore di cattivi versi per nozze. Il giovine Poeta si sdegna che si mettano a far versi i medici e gli avvocati, come se fosse cosa facile il frenare Di questa plebe indocile i tumulti.

Don Teodoro, fattosi innanzi contegnoso e tranquillo, chinò il capo senza parlare, mentre l'Illustrissimo accennavagli di sedere. Eran corsi vent'anni dal giorno che questi due uomini s'eran trovati a fronte un dell'altro, in quella camera stessa; don Teodoro veniva per tentare un'altra volta nel cuore del patrizio la stessa corda che allora aveva inutilmente tentata: ma l'Illustrissimo, nel turbine d'una vita logorata da' piaceri, inebbriata dal fumo delle ricchezze, aveva perduta la memoria di quel colloquio, e di quel nome di cui il prete sperava destare un'eco in fondo dell'anima sua. Forse egli lo credeva qualche nuovo accolito della corte di sua sorella, qualche occulto esploratore dell'accampamento nemico: e gli sarebbe piaciuto di pigliar l'inviato della dama in quella medesima rete ch'esso voleva tendere a lui. E saprò capir ben io (pensava) se costoro mettano gi

In luogo di cittadini istruiti che si mettano tranquillamente d'accordo per modificare lo Statuto e porlo in armonia con le aspirazioni e i bisogni dei tempi nostri, che sono ben differenti da quelli del '48, salteranno pur troppo fuori i barbari, gli unni e i vandali indigeni di cui si parlava con Mary.

Sappiam che Dio per sua misericordia talora a' tristi lunga etá concede, perché con lui si mettano in concordia un giorno o l'altro, e questo abbiam per fede. Ma lo star con Gesú sempre in discordia, testando alfin come di Gan si vede, prete Turpin può ben scriver miracoli, non porrei Gano mai su' tabernacoli. Morto Gano, il guascon divenne come un uom storpiato a cui la gruccia è tolta.

«... Più mi guardo attorno, più mi rendo padrone del meccanismo sociale, e più il problema dell'amore m'appare complesso e formidabile. Non passa giorno che qui non scoppii, come un tumore, uno scandalo; che delle piaghe non si mettano a nudo, che delle vittime non siano immolate. Passa la folla, elegante, allegra, felice: e il dramma o la tragedia covano nel profondo dei cuori. Ah! il problema è grave, e tutto, nella vita, dipende dalla soluzione che gli si d

Sventuratamente, tutto ciò non salvava Lorenzo, non valeva a rilevarlo dall'abisso. I segugi di palazzo Ducale l'ormavano, come uno de' congiurati, quantunque nessuna testimonianza fosse contro di lui e tutti gl'imprigionati della famosa notte, richiesti dai giudici intorno a lui, avessero fatto prudentemente lo gnorri. Ma ciò non sapeva egli, e ad ogni modo, poichè in Genova lo avrebbero còlto, egli non doveva tornarci. Del resto, a che pro? (gli diceva l'Assereto). a torto a ragione, non lasciar che ti mettano in prigione. Così rimaneva fuor di citt

Verso mezzogiorno il direttore dell'albergo picchiò all'uscio. Desidera approfittar del nostro omnibus, o preferisce che chiamiamo una vettura egli domandò alla Teresa. Chiamino la vettura ella disse e la mettano nel conto. E il biglietto della ferrovia lo ha? No. Se vuole, poichè c'è tempo, possiamo mandar subito a prenderglielo in Galleria. Grazie. Un primo per Venezia, non è vero?

Ed ora prendiamo quanto di ottimismo ci rimane in fondo dell'animo e concediamo che governo e Parlamento concordemente si mettano all'opera per dare alla Sicilia una legislazione riformatrice economico sociale, quale le occorre e quale, del resto, su per giù occorre al resto d'Italia. Di fronte ad una siffatta manifestazione di buona intenzione potremo dire che si sono superate le più gravi difficolt

Come canzoni monotone e tristi che finiscano in una risata argentina, tutte quelle vecchie strade che corrono da levante a ponente, vanno a riuscire in istrade spaziose e chiare, sboccano in piazze e in giardini, conducono ad una nuova Torino giovanile, attraversata da larghi viali, piena di verde, ribelle all'antica disciplina architettonica, dove al grande isolato succede la casa geniale, al grosso pilastro la colonna snella, al terrazzino a ringhiera il terrazzo a balaustri, al giallo tedioso mille colori ridenti e leggieri, a una Torino simmetrica sempre, ma senza monotonia, che spalanca verso le Alpi la gran bocca di piazza dello Statuto, come per aspirare a grandi ondate l'aria sana e vivificante della montagna. Tutta questa parte di Torino riceve un riflesso particolare di bellezza dalla grande catena alpina che corona l'orizzonte delle sue smisurate piramidi bianche. Pare che le Alpi mettano nelle sue piazze e nelle sue strade tranquille il sentimento del silenzio immenso delle loro solitudini. Da ogni parte spuntano le loro cime; tutto si disegna sulla loro bianchezza; le ultime case della citt

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