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Aggiornato: 23 luglio 2025


Invidiava la nipote. Ella poteva vivere tranquilla o in qualche agiatezza. Peccato che la sua casa fosse perduta in quel villaggio ove durante l'inverno non si vedeva anima viva; se fosse stata in citt

L'inverno essendo di solito assai clemente a Roma, e in quell'anno segnatamente, camminò senza noje quella notte per un bel tratto di paese, sotto a un cielo tutto stellato, rinfrescato da uno spirare continuo di una brezza che metteva una tal quale alacrit

Quando pensava alla vita stentata e meschina di Everardo, alla piccola e bassa camera dove l'inverno si moriva di freddo, alle privazioni continue cui andava soggetto, a tutti quei particolari spaventosi della miseria, provava per quel giovane una grande ammirazione, perchè in mezzo a quell'ambiente egli rimaneva poeta, pieno di fede, carezzando sempre le sue speranze, sognando ancora il suo caro ideale.

Lei che è la viva immagine della primavera soggiunse mio cugino con fuoco non sente punto l'inverno; ha bisogno di muoversi, di camminare. Sua madre mi permette di accompagnarla qualche volta in fondo ai prati non più in l

L'inverno è anche la stagione più propizia ai pranzi, ai festini, ai banchetti. In questa epoca l'appetito è in tutti sviluppato; lo stomaco possiede maggior energia; le sue funzioni hanno luogo più prontamente, e può quindi digerire più presto una maggiore quantit

Poi non si rividero più. E forse in quel cuore, ove aveva regnato Adriano, restò una ferita, ed in quello, ove aveva regnato Vitaliana, una cicatrice. L'inverno giunse. I balli cominciarono. Vitaliana rientrò nel mondo al primo ballo delle Tuileries. L'effetto che vi produsse fu immenso.

La moglie che gli sta vicino, grassa impellicciata, quarantenne, vecchia luna, approva col vasto seno. Se un affare mi va bene, mi prenderò in affitto una villa per l'inverno prossimo. Non capisco come si possa, quando si può, preferire di passare l'inverno nel fetido nebbione milanese. Ora c'è molto lavoro. Io quest'anno per il lavoro non ho fatto la campagna.

Poteva venire a passar l'inverno con noi, che se pur qui fa più freddo si è meglio riparati che a Venezia... Verrai tu a casa nella stagione dei bagni. , ci verrò... Ma se la mamma avesse passato l'inverno a Torino non si sarebbe rimaste divise che per pochi mesi... almeno in questo primo anno. In agosto si compir

Era principiato l'inverno e l'Agnese tribolava anche più. Doveva mettersi in moto due ore almeno innanzi giorno, nella casa buia, fredda, silenziosa, mentre i padroni dormivano della grossa. E cominciare a lustrar le scarpe, a smacchiare gli abiti, ad accendere il fuoco per l'acqua calda: poi preparare il caffè del professore, il latte di gallina per la signora, e la pappa di Rosalia. Appena il Conte era alzato, correre ad accendergli la stufa nello studiolo, e soffiare, soffiare, soffiare, da rimetterci un polmone!... E quando si alzava la Contessa, correre anche da lei a pettinarla, lisciarla, abbigliarla; in ultimo, vestire e lavare la Rosalia, faccenda che finiva sempre in tragedia. Dopo c'erano da far le camere: c'era da spazzare, attinger l'acqua e portar la legna dalla cantina al quartierino, su al terzo piano di un casone grande, a Sant'Anastasia. Inoltre bisognava stirare, cucire, preparare il pranzo, lavare i piatti, e infine la sera, quando Agnese cadeva sfinita per la stanchezza, doveva ancora andare in giro per Verona, e su e giù in Piazza Br

La Teresa aveva un marito, operaio sfaccendato, un figlio quasi sordo e quasi muto, inetto a qualsiasi mestiere, e due figlie. Dopo aver disprezzati quei mobili «dei cenci, che non metteva conto di dir grazie, buoni da far legna per l'inverno, che una donna ricca avrebbe dovuto vergognarsi di lasciarli in eredit

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