Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 20 giugno 2025


vid’ io in essa luce altre lucerne muoversi in giro più e men correnti, al modo, credo, di lor viste interne. Di fredda nube non disceser venti, o visibili o no, tanto festini, che non paressero impediti e lenti a chi avesse quei lumi divini veduti a noi venir, lasciando il giro pria cominciato in li alti Serafini;

Una donna di questa setta, Marcellina, venne a Roma, verso il 160, e vi fece molti proseliti col sudore del proprio corpo! Dopo i festini si commettevano le infamie carnali, quando, le grazie dette, il sacerdote massimo diceva: «Lungi da noi la luce ed i profaniAllora si spegnevano le fiaccole, e quello che avveniva nelle tenebre, senza distinzione di sesso, di et

Non erano nemmeno biasimevoli i rapporti che si potessero avere con esse. Il vizio ad Atene aveva sacerdotesse sotto tre forme: le dicteriadi, le auletidi e le etere. Le prime erano le schiave della corruzione, e stavano chiuse in case speciali; le seconde ne erano le ausiliarie, sonatrici di flauto, ed avevano un’esistenza più libera, poichè potevano esercitare la loro arte nei festini.

Una quiete altissima regnava in quella parte del borgo, mentre in castello si vedevano molte finestre illuminate, e veniva di lassù un suono di strumenti; misto di quando in quando a un prorompere di voci allegre, proprio come nei festini del carnovale.

I ricchi abitavano in case grandi e spaziose ornate d’oro e d’avorio, con sale particolari per festini e con appartamenti distinti per l’estate e per l’inverno.

Tutto lascia credere che tali festini fossero rallegrati da concenti musicali e da canti di gioia. Nel conversare il loro contegno era misurato e grave, come lo è quello degli orientali in generale, e specialmente quello degli arabi. Si parlava poco, e con parole convenienti.

Tali depravati costumi erano talmente diffusi fra le donne, che parecchie in fra di loro si riunivano spesso nei festini dove nessun uomo era ammesso e l

S. Francesco di Sales, pur confessando che gli spettacoli sono, come i balli, pericolosi; crede non pecchino coloro che vi assistono senza emozioni disordinate. Leggesi nella sua Introduzione alla vita devota (1 parte, c. 23): «I giuochi, i balli, i festini, le pompe, commedie non sono, in stesse, cose cattive, anzi sono indifferenti, potendo esse esser fatte tanto convenientemente quanto no, ma ad ogni modo implicano sempre un pericolo: e il pericolo diventa tanto più grave quanto più s'affeziona ad esse. Io dico dunque, o Filoteo, che ancorchè sia permesso giuocare danzare, adornarsi, assistere a commedie oneste, banchettare; nondimeno, l'affezionarsi a queste cose, è contrario alla vita devota, e grandemente nocevole e pericoloso. Il male non ist

Ma s'odono i leuti fiorentini. O musici, toccate li strumenti con più dolcezza, poi che a' lauri in cima è la luna novella. Cantate, o gentildonne, a cui la rima fiorisce in amorosi allettamenti a sommo de la bocca picciolella. Sicchè di su l'altura udendo suoni e canti a la ventura, veggendo faci, dicano le genti: Torna forse Brisenna a' suoi festini?

vid’ io in essa luce altre lucerne muoversi in giro più e men correnti, al modo, credo, di lor viste interne. Di fredda nube non disceser venti, o visibili o no, tanto festini, che non paressero impediti e lenti a chi avesse quei lumi divini veduti a noi venir, lasciando il giro pria cominciato in li alti Serafini;

Parola Del Giorno

chete

Altri Alla Ricerca