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Aggiornato: 22 giugno 2025
Le cose andavan meglio per lui in Toscana; i ghibellini s'insignorivano della stessa Firenze, capo de' guelfi. Ma intanto Bologna raccoglieva intorno a sé le cittá, le milizie della parte, e dava una gran rotta agli imperiali, e vi prendeva Enzo, uno de' non pochi figliuoli naturali di Federigo, ornato del nome, non della potenza, di re di Sardegna.
Parlò il Guelfi della sua casa nel piano di Scarlino da servire per luogo di sosta, come quella che, situata in pianura disabitata, aveva di frequente dato ricetto ad esuli politici, ma perciò appunto proponeva di non servirsene come asilo che in caso estremo, essendo ormai sospetta, sia per i profughi che l'avevano frequentata, sia pel nome inviso del proprietario.
I Fiorentini la riceverono con la gioia dell'odio che si crede santificato; solo vi aggiunsero un giglietto rosso sopra la testa dell'Aquila, imperciocchè giglio rosso in campo bianco fosse la impresa dei Guelfi di Firenze, come il giglio bianco in campo rosso quella dei Ghibellini.
E noteremo delle cittá in generale: che elle giá non si reggevano né si resser piú in niuna di quelle forme originarie, quasi universali e piú semplici, de' consoli del secolo decimosecondo, o de' podestá del principio del decimoterzo; che ogni governo cittadino s'era mutato in forme diversissime, e variabilissime, secondo la preponderanza de' ghibellini o de' guelfi, de' nobili antichi o de' nuovi, de' popolani dell'arti maggiori o delle minori, od anche dell'ultima plebe, ad ogni decennio, ad ogni lustro, ad ogni anno; che questi governi quali che fossero, quand'eran di parecchi, si chiamarono la «Signoria»; e quando d'uno costituito legalmente o illegalmente, il «signore» dagli amici, il «tiranno» da' nemici; e che insomma le divisioni e suddivisioni e diversitá e gelosie ed invidie e pettegolezzi d'Italia non furono cosí moltiplici mai come in questo secolo.
Oh! i Guelfi, del vessillo papale d’assai ne han fatto stromento alle proprie ambizioni e agli odi di parte! È ormai tempo che i veri amatori della patria v’apprestin rimedio, se non vuolsi che in breve tutta quanta sia campo di civil guerra. Sperare che Italia, confederata fra’ suoi Comuni e le altre signorie, voglia unirsi a scambievol difesa, troppa individualit
I colori, bianco e nero, valevano più poco sulla fine del Quattrocento; anzi, non valevano più affatto come tinta politica di ghibellini e di guelfi. C'erano bianchi e neri tra i nobili; bianchi e neri tra i mercanti e gli artefici, confusi oramai nella denominazione di popolari; ma i nomi di bianchi e di neri significavano piuttosto un certo numero di famiglie gi
Come Gregorio primo e il secondo e il settimo, cosí il decimo segna un'epoca, un cambiamento nella politica dei papi. Fu primo de' guelfi moderati. Finalmente attese Gregorio X a far cessare l'interregno nell'imperio occidentale, vanamente disputato da parecchi anni tra due competitori lontani ed impotenti, Alfonso re di Castiglia e Riccardo di Cornovaglia, principe d'Inghilterra.
Tu sai che siamo da Bologna della famiglia de' Malvezzi, principal in quella terra, e siamo ghibellini nemici affatto de' guelfi; e sai pur anco che l'una fazione cerca distrugger l'altra, e principalmente ne' Mafolti, per estirpar in tutto le famiglie.
Gli domandò il Generale con amore notizie di tutti i patriotti che avevano coadiuvato al suo salvamento del 1849, e fu per suo mezzo che invitò e pregò Angiolo Guelfi di andarlo a trovare a Pisa.
Consigliò spedire un espresso al Serafini, e si profferse di parlarne egli medesimo ad Angiolo Guelfi, che sapeva doversi trovare quel giorno stesso alla fiera del Ponte di Ferro. Quanto ad aiuti non misurò la promessa, che anzi dichiarò essere la sua pecunia a disposizione dell'impresa, ed essere pronto a spendere qualunque somma purchè riuscisse a bene.
Parola Del Giorno
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