United States or Saint Helena, Ascension, and Tristan da Cunha ? Vote for the TOP Country of the Week !


Propose Cammillo Serafini di San Dalmazio, e Angiolo Guelfi di Scarlino, come quelli che avrebbero accettata di gran cuore l'impresa del salvamento, e sarebbero stati da tanto di portarla a termine con esito fortunato, e l'uno fornirebbe sicuro asilo in San Dalmazio, mentre l'altro provvederebbe una via di salvezza per la Maremma.

Quivi è un ponte di legno per uso dei guardiani, gettato sulla foce del fosso stesso. Passarono il ponte, e invece di continuare a discendere verso il padule, presero l'argine sinistro del Fontino risalendolo, e così si trovarono sulla «Via Doganalargo stradone a sterro che da Scarlino conduce al Puntone.

È Scarlino, il paese nostro e del Capitanogli rispondeva Olivo Pina, e sapeva di fargli cosa grata chiamando in tal modo Angiolo Guelfi, poi alludendo al suono delle campane che aveva attirata la sua attenzione, continuò con tuono deciso: «E se ordinate, Generale, gli si fa cambiare suono.» A queste parole il capitano Leggero, che era fra gli ultimi, si fece avanti premuroso, e domandò quanti abitanti vi erano nel paese, e di quanti giovani si poteva disporre.

Diremo ora della gita di Angiolo Guelfi in Maremma, ma a spiegazione dei timori del Serafini, e del rifiuto del Guelfi a portare seco i due profughi, accenneremo come pochi giorni avanti, mentre attendeva esso nel piano di Scarlino alla direzione della sua azienda, venne a trovarlo Olivo Pina, quello stesso che vedremo poi accompagnare Garibaldi al mare, e gli disse come essendo andato per affari suoi a Massa Marittima, aveva incontrato Giovanni Fabbri e Giuseppe Lapini ambedue autorevoli ed onesti cittadini, ma non malevisi dal restaurato governo lorenese, i quali, come amici di Angiolo Guelfi, cercavano appunto occasione segreta e sicura per fargli sapere che non si presentasse a Massa a Scarlino, perchè era a loro certa cognizione, avere le autorit

Parlò il Guelfi della sua casa nel piano di Scarlino da servire per luogo di sosta, come quella che, situata in pianura disabitata, aveva di frequente dato ricetto ad esuli politici, ma perciò appunto proponeva di non servirsene come asilo che in caso estremo, essendo ormai sospetta, sia per i profughi che l'avevano frequentata, sia pel nome inviso del proprietario.

Fatti pochi passi sulla Via Dogana, le grosse campane di Scarlino cominciarono a suonare per una qualche funzione religiosa. Il paese era vicino, sul prossimo poggio, il vento favorevole, il suono bello e maestoso, e tutto ciò, e la giacitura del paese, veduto da quella parte, così fabbricato per lungo sul crinale del poggio, faceva credere Scarlino molto più grande di quello che fosse.

La casa Guelfi, detta anche «La Pecora» dal nome del prossimo fiume, è un fabbricato a tre piani, di forma quadrata, di mediocre proporzione, situato lungo la Via Emilia fra Follonica e Scarlino. Costruita ad altro scopo, servì di poi ad uso agricolo, e nel tempo in cui vi si fermò il Generale non aveva altre case all'intorno, eccetto un capannone che serviva ad uso di stalla e fienile.

Posta nella bassa pianura di Scarlino, vicina al padule, era nei mesi d'estate un luogo non frequentato, quantunque così prossimo alla via maestra. Entrò il Generale preceduto da Giulio Lapini ed Olivo Pina, e fu condotto nel salotto del piano di mezzo, ove gli fu preparato un caffè che accettò volentieri.

Olivo Pina scorterebbe insieme ai compagni i due profughi attraverso il piano di Scarlino per un itinerario tracciato fino a raggiungere a Meleta le boscaglie che allora vi esistevano, e a traverso a queste farebbe raggiungere il punto stabilito.

«Suo devotiss. servitore Appena ricevuta questa lettera, e ormai quasi sicuro del fatto suo, partiva subito il Guelfi per Pisa, quantunque ne fosse dovuto fuggire con la famiglia pochi mesi avanti, e col pericolo di essere ivi arrestato andava a sviare colla sua presenza l'attenzione dalla sua casa di Scarlino, presa di mira come il proprietario, e andava anche a preparare una difesa per e per gli altri, nel caso non improbabile di un futuro processo.