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Aggiornato: 22 giugno 2025
Quella gente erano guelfi, laddove i Carretti erano ghibellini; ma, oltre che i tempi delle acerbe nimicizie partigiane erano trascorsi e più assai importava a quelle schiatte marchionali vivere in pace tra loro e assodare la loro signoria, Tommaso di Bagnasco aveva sempre dimostrato a Galeotto la più schietta amicizia e s'era in parecchie occasioni profferto all'amico, per servirlo, come dicevasi allora, di coppa e di coltello.
Propose Cammillo Serafini di San Dalmazio, e Angiolo Guelfi di Scarlino, come quelli che avrebbero accettata di gran cuore l'impresa del salvamento, e sarebbero stati da tanto di portarla a termine con esito fortunato, e l'uno fornirebbe sicuro asilo in San Dalmazio, mentre l'altro provvederebbe una via di salvezza per la Maremma.
Due giorni dopo, il 4 settembre, era la fiera al Palazzo presso Travale, e Olivo Pina vi andò per accordi presi col Guelfi, a riportare a voce le diverse particolarit
Non appena a Firenze s’intese da’ Guelfi che il papa era morto, e che i cardinali erano molto discordi per la nuova elezione; facendo assegnamento sul tempo che, durante il conclave, avrebbero avuto, nel quale sarebber tornati a intraversare i loro disegni; fu allora che stabilirono insieme co’ Lucchesi di portar la guerra a Pistoia, di porvi l’assedio, nè dipartirsi finchè in poter loro non fosse caduta.
Tutti ora a Pistoia come a Firenze si dissero Guelfi, ma nel fatto con diverse intenzioni, quelle, cioè, di far risorgere più violenti gli sdegni fra nobili e popolo. Di qui la suddivisione dei Guelfi di Pistoia in Bianchi e in Neri, e questi con propri capi ed insegne. Ma feroci e temibili tanto, che i capisetta bisognò incontanente bandirli a Firenze. I Bianchi, poichè furon vinti, cercarono aiuto col
Era lo scritto a questo punto quando si sentì un colpo alla porta, e la voce maschia e ben conosciuta di Angiolo Guelfi, che pronunziava la parola Venezia. Noi la sentiremo ripetere questa parola, e passer
Piacque a Dio, dopo molto tempo avendolo desiderato, dar a Pedofilo mio padre me unigenito, e temendo della mia vita contro di cui fusse tessuto alcun laccio da' guelfi, diede nome di essergli nata una femina e mi vestí da femina; né tenendosi cosí sicuro, mi mandò qui in Napoli ad allevarmi, e non potendo patir che vivesse da lui lontano, se ne è venuto a viver qui meco.
Così stabilito il da farsi, mandò il Martini un espresso a San Dalmazio, e partì il Bicocchi per la fiera del Ponte di Ferro alla quale sapeva d'incontrare il Guelfi. Ma l'espresso del Martini trovò che il Serafini era gi
Spieghiamo ora la venuta di Angiolo Guelfi a dare in persona l'avviso della partenza.
Prevalso il partito guelfo per opera de’ Fiorentini; e i Geremei e i Guelfi tutti volendo prendere la rivincita sulle sconfitte che ebber sofferto da’ Lambertazzi e consorti capitanati dal celebre conte di Montefeltro; faceva aspra vendetta su i Ghibellini con incendi ed esili. Messer Lotteringo che era di questo partito, veduta la mala parata, e preso poi da smodata ambizione, lasciò a tempo la propria parte e s’acconciò coi curiali del cardinale. Il Pelagrua, considerato com’egli fosse nobile e ricco e pronto d’ingegno e della parola, molto volentieri l’accolse fra’ suoi; e subito, come a trionfo sull’avverso partito, lo inviava ora al caporal del medesimo, in qualit
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