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Aggiornato: 4 luglio 2025


Genova e Venezia fecersi di questi tempi una guerra maggior delle precedenti; disputaronsi il primato del lago italiano, a cui Pisa decaduta giá non pretendeva piú.

Nel 1849, lo Stato di assedio viene proclamato a Genova. Le cause che lo determinarono erano assai più gravi di quelle di Sicilia. Da un lato c'era la guerra collo straniero, coll'Austria; dall'altro c'era una grande citt

Ah, la vedremo! andava mentalmente dicendo. Domani a sera tenteranno la grande impresa per la liberazione d'Italia.... L'avranno, , l'avranno, l'Italia! L'avranno a Genova, a Livorno, a Napoli, e dovunque salter

Appendice N. I. Fino dal 1846 Cesare De Laugier, il condottiero futuro de' Toscani alla guerra dell'indipendenza, co' torchi del Fumagalli aveva stampato a Firenze i Documenti intorno a Garibaldi e la legione italiana a Montevideo; e in Toscana, per opera sopratutto di Carlo Fenzi e di E. Cesare Della Ripa, era stata aperta la sottoscrizione per offrire una spada d'onore al prode soldato. La eseguí con molta bravura Francesco Vagneti, e può vedersene il disegno nel Mondo illustrato di Torino (ann. II, N. 19, sabato 13 maggio 1848), insieme con la descrizione che ne fece Luigi Cicconi, intitolata: Spada destinata in dono a Giuseppe Garibaldi. Anche lo stesso autore, il Vagneti, ne fece una descrizione: cfr. La spada che l'Italia destina al general Garibaldi, nella Rivista di Firenze, N. 64, del 21 giugno 1848. Garibaldi fin da quando era in America vagheggiava di ridursi in Toscana, e di pigliarvi servizio co' suoi compagni d'arme. Si rileva da questa lettera del Console di Montevideo a Genova, scritta il 5 marzo del '48: «L'altro «giorno giunse a Genova la moglie del generale Giuseppe Garibaldi con i suoi tre figli. Il Garibaldi a quest'ora ha lasciato Montevideo per venire in Italia con una parte della sua legione. Qui si fece una dimostrazione alla sua moglie appena giunse, e le venne presentata una bandiera tricolore, che accettò piangendo e gridando: viva l'Italia e gl'italiani. Domani l'altro essa partir

E Natura, diffondendola in ogni atomo delle cose create, non le disse mai: Sarai aristocratica: sarai democratica, ma le impose: Non mentirai! Voglio conoscere la potenza di Genova? Vado a gustare la grandiosa poesia del suo Porto.

I gabbiani si rincorrono a fior d'acqua gridando, come per giuoco. Girando il Molo Giano per uscire dal porto, Genova intera si apre allo sguardo, vigilata dai forti, incantevole. Vi è per tutto una gioiosa aria di festa! Poco a poco ogni cosa fugge all'orizzonte e si annebbia.

Genova sotterranea, che noi sappiamo, non è stata mai particolarmente studiata descritta, e mi dicono che fino ad ora il Municipio non ne abbia neppure la pianta. Noi che ci siamo avventurati l

Un giornale, la Lombardia, parlando delle cose politiche, mi insulta. Che m'importa? Ieri a sera ho accompagnato mia madre alla fiera di Porta Genova, ero felice d'averla con me. Oh sento come spenderei bene le mie premure con una donna!

Incapace d'impedire la circolazione dei nostri scritti all'interno, i Governi d'Italia tentarono di soffocare la nostra voce in Marsiglia, e si rivolsero al Governo Francese. E il Governo Francese che, riconosciuto da tutti, non aveva più cagione d'impaurire il dispotismo Europeo, annuì alle richieste. Ma quella persecuzione non impedì menomamente il progresso del nostro lavoro. L'ordinamento si diffuse rapidamente da Genova alle Riviere, a parecchie localit

La legione fu accolta in Genova con apparato di precauzioni governative, e quel ch'è peggio, con tale una freddezza dalla ingannata popolazione genovese che dev'essere stata punta mortale al cuore d'uomini che accorrevano a dare il sangue per la patria loro e molti de' quali si erano preparati a missione siffatta con lunghi anni d'esilio e patimenti virilmente incontrati.

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