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Aggiornato: 16 luglio 2025
Quante sere, solo, chiuso nel suo studio, aveva lasciato sfuggirsi dalle dita la penna, abbandonando il capo sul dorso della sua seggiola, sopraffatto da un ardente bisogno di pensare al passato. Ed era sempre la stessa lugubre apparizione che lo tormentava: di un corteo funebre, il quale, sotto un freddo cielo d'ottobre, s'avviava frettoloso giù per la lunga strada fangosa, mentre l'aria umida della sera faceva oscillare le fiamme gialle de ceri e sperdeva le preghiere de' preti e de' contadini. Egli si vedeva ancor l
E allora non bisogna più fare i balocchi nel giardino: la terra è fradicia, fangosa, piena di pozzanghere: ci sarebbe il caso di prendere un reuma o un'infreddatura, e queste cose non piacciono molto alle bambine di giudizio.
A un tratto la strada fangosa s'esalta sotto i miei passi, violacea nel fulgor sussultante delle luci.... la strada azzurreggiante s'eleva gonfiandosi in tutta la sua veemenza instancabile verso lo spegnitoio immenso del livido cielo che va schiacciando tutti i miei desideri or fiammeggianti diritti, ora striscianti a terra...
Oh! materno fossato, quasi pieno di un'acqua fangosa! Bel fossato d'officina! Io gustai avidamente la tua melma fortificante, che mi ricordò la santa mammella nera della mia nutrice sudanese.... Quando mi sollevai cencio sozzo e puzzolente di sotto la macchina capovolta, io mi sentii attraversare il cuore, deliziosamente, dal ferro arroventato della gioia!
L'acqua è l'elemento che più manca in questo paese: mai se ne incontra di limpida e corrente, e solo nei punti dove facciamo stazione ve ne è qualche deposito in fondo a crepacci del suolo o ad avvallamenti: sempre però acqua torbida, fangosa e puzzolente.
Allora Ugo vedeva l'acqua stagnante di un fossato, tutta sozza di sangue, putrefatta e fangosa: alla superfìcie venivano a scoppiare con flaccido gorgoglio e con lentissimi cerchi alcune bolle d'aria: sotto qualcosa si moveva all'insù: ecco una testa coi capegli impegolati sul volto da una melma verdiccia. Che? si chinava salutando.
Paolo Renaldi, di cui Luigi Gualdo ha scritto la trista decadenza, è un ambizioso. Passa le notti studiando, oltre le materie proprie della sua professione di avvocato, tutte le questioni di filosofia, di storia, di filosofia della storia, di scienze politiche e sociali: "Nella solitudine, nel silenzio, mille speranze gli facevano battere il cuore: si metteva talora alla finestra e gli pareva, nel vento fresco della sera che gli lambiva i capelli, sentir passare come un soffio di gloria. Guardava il cielo stellato e la strada fangosa, e da quella altezza (di un quarto piano) per adesso una ironia gli sembrava scorgere una promessa di dominio; gli pareva, con la fervida e studiosa mente, sovrastare sulla citt
Contadini e contadine con leve e rami d'alberi. Io riordino il materiale sparso. Sulla destra la fucileria austriaca rumoreggia. Spengiamo due torce. Si lavora quasi a lume di naso. Con le leve e colle binde la mia 74 si solleva lentamente. E' tutta fangosa, ma intatta. Mi ricordo finalmente della mia ferita. Fasciato, ho l'aria di avere una infiammazione ai denti. Non posso sopportare l'elmetto.
In una sporca alba fangosa, «Muori, muori, muori!...» gridai, fra un’accozzaglia di disperati, pronti alla battaglia rossa, verso le case dei signori. Ero una furia, coi capelli a serpi, colle fiamme negli occhi, con le labbia sfigurate dagli urli. Ebbra di rabbia i sassi disselciai, svelsi gli sterpi, maledissi, colpìi, caddi, travolta venni sotto lo scalpito irrompente dei cavalli.
La strada era ancora fangosa, ma essendo a cavallo abbiamo fatto a meno di guazzarvi dentro come quelle povere fanciulle e quei ragazzi che abbiamo visto trascinarsi a piedi scalzi pel bosco in cerca di funghi, fatti spuntare nella notte dalla pioggia. Un silenzio profondo regnava in quella solitudine, interrotto solo qua e l
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